Quando l'amore è neve


Quando l'amore è neve

di angelo l. pattavina, pubblicato sul n. 95/2002 di Girodivite

Titolo: “Neve” (“Neige”)
Autore: Maxence Fermine
Edizione: Bompiani (1999)
Anno di prima pubblicazione: 1999 (Arléa)
Note: Traduzione di Sergio Claudio Perroni.

L’haiku e la neve.
La purezza della poesia. E dell’amore.

Un piccolo racconto in bilico tra fiaba e sogno.
In un Giappone senza tempo si intrecciano le vite di un giovane poeta incantato dalla neve, di un vecchio “maestro” cieco che conosce l’arte dei colori e la (non) vita di una donna funambola sepolta sotto il ghiaccio delle Alpi giapponesi.
Un’alchimia semplice, ma ordita con raffinata semplicità da un autore alla sua prima prova. Una storia melanconica che va avanti passo dopo passo, soffio dopo soffio, silenzio dopo silenzio. Di vertigine in vertigine. Tra l’ossessione del bianco e la magia del numero sette.

Lasciatevi abbagliare dal candore delle passioni.
In fondo l’amore è un funambolismo.
Come scrivere. Come dipingere. Come vivere.
E non aspettate la neve.
Perchè la neve non cade solo dal cielo.

“Nient’altro che del bianco cui badare.”
Arthur Rimbaud

«Ci sono due specie di persone.
Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono.
E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.
Ci sono gli attori.
E ci sono i funamboli.»

«... Agli occhi di Soseki, Neve embrava al tempo stesso poesia, pittura, calligrafia, danza e musica. Era Neve e rappresentava tutta la bellezza dell’arte...»

«... e si amarono l’un l’altro sospesi su un filo di neve... »

Contesto

Maxence Fermine

 


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