Agghiacciamenti di primattina, di Salvo Basso


Agghiacciamenti di primattina

di salvo basso

(pubblicato in "Nella Città", organo ufficiale del Comune di Scordia, bimestrale, anno III, N° 14 Aprile 1991)

Cominciamo di primissima mattina con il disco di tre anni fa di Gianni Bella - a tutto volume. Poi (o prima, ancora prima d'ogni prima) col caffè. Ieri sera ho parlato con quel teologo pazzo che non sopporto. Cercava - tra una chiusura d'occhi e l'altra - di dimostrarmi (dimostrarmi?) che in realtà non ci poteva essere altra spiegazione logica del BIG BANG, che considerarlo, quale in effetti era, solo (solo) il suicidio di Dio con un colpettino-colpettone di pistola, appositamente creata (da Chi se non da Lui?). Al limite al limite, mi disse sul finire della nottata, un omicidio, sempre di pistola, con pistola parlando, ma non si sa ancora di chi. La polizia indagherà e prima o poi qualcosa salterà fuori… Cos'altro potevo dirgli?
Intanto la ragazza astronomica che non aveva smesso di sguardarmi un attimino…la sentivo dire, parlare e straparlare (uiscata al massimo) di una che non pomiciava da chissà quanti anni luce e allora un giorno arrivò su un pianeta, conobbe uno e se lo portò a quarkiare da qualche parte dell'universo, che è sempre, tuttosommato, un mistero bellissimo. Ed è meglio che resti un mistero, perché queste cose si sa come vanno a finire… Uno comincia che non gli sembra niente d'importante, invece poi poi, senza neanche accorgersene o volerlo veramente… D'altra parte chi dipende da chi?
Potrei farti la mia automitologia. Raccontarti ogni istante -minuto - battuto battuto (a macchina, col cuore). E questi appellamenti d'oca. Ma servirebbe? Le pagine esposte al sole maturano. Ma bisogna lasciarle rigorosamente bianche. Soffrirne senza darlo a vedere. A vedere solo cosa succede, dietro la finestra tendinata.
C'è il sole - e le telefonate da fare. Ma per tutto, per niente c'è il tempo di finire ogni cosa - come la chitarra scordata (sotto tutti i puntini di vista). Soprattutto non aspettare il postino. Alla fine - devo ripeterlo - si arriverà a capire la cosa di ogni cosa, il posto ereditariamente trasmesso da un gesto all'altro. Il pericolo di un'influenza d'ogni ambientazione. La questione, d'altronde, ha tutto il fascino perduto che sappiamo. Alla prossima svolta.
Di una cellularità atipica, se vuoi. Come quando leggi con la testa che letteralmente non c'è (da tutt'altra parte). Eppure vai avanti, senza fermarti. Finché sbatti e allora forse castigandoti uqlahce qualche cosa la capisci. Oh!
Giochiamo a testa-croce. Se perdi ti condanno come fu condannato senza nessunissima colpa Gesù Cristo. Se vinci ti costringo a pensare per una tua buona volta (ca di quant'ava ca ti canusciu mai mi ricordu ca t'aiu vistu pinsari).
*
c'è un'infanzia mortamente affamata nel vertice malato di questo settembre. La volontà, agghiacciata in frigo, è la mia sola condanna

*
è una domenica di sacerdotale amministrazione. Le messanti però mi sembrano più belle, forse per via di un pudore inconcluso (vedi, per esempio, quella finta gonna?)

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a differenza delle precedenti poesie, queste hanno un finale. Prima, invece, modificucce eterne, enormi

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la tartaruga ha lentamente impiccato il prato. Agli eredi un biglietto scaduto dell'atac

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se passa un giornino di quelli che pioggiano il cielo - vedrai, amore, mio amore, che amore ti faccio provare

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bisognerebbe titolare la vita come un film o un libro (in cambio di un'extra strong ti do dei litrini di sangue)

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"mi sorprende (come se non fossi morto) turbare la quieta vigilia del campo (che benedirò neanche fossi un prete pagano), bocciare questo sole estenuante

*
nel pienissimo vigore del mezzo mattino mi decreto creditore di una virgola,

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vi vuole pazienza, amora, e non ne ho, per costruire i giusti, stordenti effetti poetici che qualcuno (ancora?) si aspetta da me. Non è cosa d'un giorno risvegliare il rigo, nutrirlo. E questa lettera è bianca com'era prima che cominciassi a scriverti

*
è che, alibilmente, ci vorrebbe più tempo. Più settimane, più indici e inchiostranti. E' per la pressione delle dita, infatti che il chiaro di sol dà il cambio alla pagina

*
ora ripenso alle giornate ultime: nessuna notte, nessun rischio. La burrasca è stata leggera, alle spalle. L'esatta cognizione del tempo («smettiamo») è il tuo successo di sempre.

*
"mi stanco. Neanche scrivessi poemi o endecasillabi. Sarebbe più opportuno programmare meno di una parola al giorno. Ci pensi? Felice e spoetato.

*
mi chiedi dei miei diversi linguaggi. (E' che correggo pochissimo perché vorrei correggere tutto)

*
dovessi compilarti tabelle, fedelmente riportando a destra o a sinistra, le quotazioni della mia poesia, i flussi stagonali, registrarti funebre i versi, due, di quattro mesi; le cadute di quaderno, il ribasso del 50/60%, il valore azionario della mente

*
è natale. Lo senti? arriva.
L'ufficio internazionale delle comunicazioni
groelandesi. E' il natale del '98 - mi pare.
Gli amici sono decisi come sempre.
come un'acqua.
E i regali, impresepiati, in ogni fatto.
Mi leggo -
sempre più disattentamente.
Le ultime pagine sono sempre le migliori.
Bisogna scoprire la fine
subitanea d'un bit.
Senti? è un'occasione da una volta l'anno.
Non puoi perderla, premiando invece le pasque.
Io continuo a lavorare
in questo paese africano.
Watusso più d'una canzone.
Affettuosamente, paci di mani strette,
stritolanti.
Auguri, yes, augh!uri, ok.
Sai che sono rinchiuso in una riserva rossissima?
Questo è il successo - disse - la vita.
Desidero ringraziare il numero perché è giustamente matematico.
Questo è un momento di algebrica festa e
quasi tutti sono contenti.
Almeno quelli che sconosciamo.
Ma: gli errori tipografici sono previsti e
contemplati provvidenzialmente dalle mie
musine?
Un punto è sempre un punto, che inizi o finisca,
lo start sparato, è una certezza, un punto perché è fermo e immobilmente buono.
Capisco?

*
(A MORTE)
1.lei partorendo - senza che suo padre/madre sapesse niente - l'inwatera e il padre/madre la salva alla vita
2.trafittissimo da uno stuzzicadenti di plastichissima ingoiato frettolosamente inavvertitamente in una tartina nuziale del suo amico migliore trafittissimo dal rimorso
3.chiusi nella gioielleria minaccano l'ostaggio poggiato a muro - saltano i nervi prima del cervello
4.vietato morire
5.lui la salva dal ponte - s'innamora di lei che non ricambia - lui ritorna al ponte (un mese esattissimo dopo)

*
debolissimamente varo la nave del giorno in quest'acqua di luce che affonda le pareti.

 

Contesto

Salvo Basso

 


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