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                   Poesie di linea 
                  Questa canzone è dedicata alle 
                    poesie nate 
                    senza carta né penna sui bus affollati una mano  
                    al sostegno l'altra alla borsa con l'umanità 
                    alitante sul collo tra sentori di estrogeni 
                    mentre sul finestrino scorrono frammenti urbani  
                    ammiccanti semafori falsi sconti e ovattati 
                    giungono nevrotici clacson i versi dicono 
                    d'altro sgorgano limpidi quasi stampati  
                    senza coquilles e non puoi prenderne nota  
                    li insegui bianco su bianco in pagine mentali  
                    li insegui più non senti il prossimo chiedere 
                    permesso quanto dista Piazza Tredici Vittime 
                    sai che quei versi non verranno più uccelli  
                    di passa migreranno in plaghe sconosciute  
                    frullando in cerebrali circuiti strappando 
                    fibre-anima e se impreca alla volta  
                    di un automobilista incauto il conducente 
                    e frena di colpo (tu sbandi sulla spalla 
                    di un pensionato scorbutico sui seni  
                    d'una negletta Venus metropolitana) 
                    Arianna strappa il filo si dissolve tra i neon  
                    dietro il cartellone del Campari resta  
                    un'architrave di scompigliate lettere 
                    in caleidoscopio bizzarro ti piantano  
                    in asso le parole si vendicano alla prima 
                    fermata s'è fatto tardi ora torniamo a casa.  
                   
                  Lucio Zinna 
                    (da: La Casarca) 
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