| "Noi, ancora viaggiatori...", 
                  di Gianni D'Elia  
                   Noi, ancora viaggiatori di noi stessi  
                    su questa stessa linea d'anni fa, già 
                    dove tutti sono andati i giorni smessi  
                  deragliando a questa svolante ecceità... 
                    Tu vedi, fuori dai vetri, il mondo viaggiare 
                    in una pellicola che scorre il mare, sobborghi  
                  e contrade... E, come sono, si succedono fermate 
                    al ritmo di una linea che solca le giornate 
                    scandendo il tempo alle case e alle strade... 
                  Nel vagone, qualcuno si gira, s'aggiusta 
                    al suo schienale, e, cliente, già pregusta  
                    il caffè caldo versatogli dal tale 
                  inserviente, che dal suo magico carrello estrae 
                    tutto quello tra cose da bere e da mangiare  
                    che ogni viaggiatore può assaggiare... 
                  Tutti, ognuno di fronte all'altro, parlando 
                    o sorridendo, seduti ascoltando, oppure piú  
                    spesso tacendo, improvvisamente lontani  
                  a guardar fuori dal finestrino sfilare 
                    la pianura di fari, tralicci e cavi, nell'inganno 
                    velato di nebbia su campi e casali... 
                  Come si sta a pensare questo passo delle cose, 
                    come lo si vorrebbe dire e prima capire -  
                    cos'è questo tecnico strappare, al raffio 
                  che svolge in sguardo storico epocale 
                    il fotograrnma e scalza il piede delle cose,  
                    le stacca in volo al loro pigro stare 
                  e rende il tempo spaziale, lo spazio  
                    temporale, mentre sembra velare, al racconto 
                    o al silenzio, qualcosa d'abissale, mutando 
                  ancora in presenza la paura del domani, 
                    in moto la stasi delle cose, e in stasi 
                    il moto dei mezzi e degli umani... 
                   
                    Gianni D'Elia 
                    (da: Sulla riva dell'Epoca)  
                  
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