Tutti al bar di Benni
di angelo l. pattavina, pubblicato sul n. 88/2002 di Girodivite
Titolo:
"Bar Sport"
Autore: Stefano Benni
Edizione: Arnoldo Mondadori Editore (1995)
Anno di prima pubblicazione: 1976 (Mondadori)
Può un bar assomigliare a uno zoo? o ad un museo?
Il bar come luogo topico dell'immaginario (soprattutto romagnolo
credo), piccolo microcosmo da scrutare, analizzare e sviscerare.
Una galleria strabiliante di personaggi e situazioni al
limite del reale, osservati e raccontati con ironica intelligenza
e fine comicità.
Il bar di Benni è uno di quei luoghi in cui confluiscono
manie, protagonismi, eccentricità, assurde blaterazioni,
ma che in fin dei conti rispecchiano, seppur in modo esponenzialmente
caricaturale, tipologie di fatti e di persone che senza
farci caso possiamo ritrovarci accanto al bar dell'angolo.
C'è un particolare che però rende il Bar Sport
unico nel suo genere: la totale assenza di persone "normali"
impegnate in situazioni "normali". Inutile cercarli,
non le troverete; sarà molto più semplice
incontrare "il tecnico", "il Cinno",
il "grande Pozzi", "il vero pescatore",
oppure ascoltare storie strambe che restano nella memoria
storica del bar, come quella di una mitica notte d'estate
quando una marea di persone in pigiama invasero la strada,
o come il caso delle 3600 lire, o ancora, come quelle raccontate
dal playboy di turno. Il bar Sport è unico per questo.
Fatevi questo giro e drinkate alla mia salute.
"L'uomo primitivo non conosceva il bar. Quando la
mattina si alzava, nella sua caverna, egli avvertiva subito
un forte desiderio di caffè. Ma il caffè non
era ancora stato inventato e l'uomo primitivo aggrottava
la fronte, assumendola caratteristica espressione scimmiesca..."
"Un bar Sport possiede un richiamo tanto maggiore,
quanto più organicamente possiede attrazioni: ad
esempio, è perfettamente inutile che un bar possieda
un buon biliardo, se non ha un buon scemo da bar. E parimenti,
un bar che possiede uno scemo di ottima qualità,
non può competere con un bar che abbia un mediocre
scemo ma che possa sfoggiare un ombrello dimenticato da
Haller..."
Contesto
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