Storia della letteratura europea - Torna in homepageAndrea Zanzotto


Andrea Zanzotto

Andrea Zanzotto è nato a Pieve-di-Soligo [Treviso] il 10 ottobre 1921. Zanzotto esordì con Dietro il paesaggio (1951) legato a una personale forma di elegia, un vivo senso della campagna veneta e a tarde e decentrate suggestioni ermetiste. Nella raccolte successive è uno spostamento verso altre forme: attraverso Vocativo (1957) e IX Ecloghe (1962) verso lo sperimentalismo formale e la percezione dell'invadenza drammatica e nevrotizzante della nuova realtà industriale e consumistica.

Nelle poesie di La beltà (1968), uno dei maggiori risultati della poesia italiana della seconda metà del XX secolo, tutto è posto in crisi e in discussione, in un pullulare di sollecitazioni interne e esterne, nella ricchezza esorbitante di un mondo interiore impossibilitato alla chiarezza e alla normalità e tuttavia animato da una forte tensione comunicativa. La sua ricerca si è arricchita nelle raccolte successive: Gli sguardi i fatti e senhal (1969), Pasque (1973), Filò (1976), Il Galateo in bosco (1978), Fosfeni (1983). In queste raccolte è un rimescolamento sempre più vorticoso di materiali linguistici: il latino e il provenzale, i formulari dei mass-media e le riprese auliche della tradizione petrarchesca, il dialetto veneto e lo straordinario petèl, il gergo infantile della provincia di Treviso.
Raccolta di saggi e articoli di critica e di lettura di poeti a lui contemporanei e amici è il volume "Aure e disincanti" (1994). Dedicato ad autori nati prima del XX secolo il volume "Fantasie di avvicinamento".

Contesti

Poesia italica dopo il 1945


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