Jean 
              Starobinski  
            
             
             
               
                
                   Jean Starobinski 
                
                Jean Starobinski è nato a Ginevra nel 
                1920. Svizzero di lingua francese, si è laureato in lettere 
                e in medicina, è approdato alla critica letteraria dopo 
                studi psichiatrici e psicoanalistici. Nel 1953-1957 ha insegnato 
                letteratura francese all'Universitàdi Baltimora. E' passato 
                poi a quella di Ginevra. Ha collaborato a numerose riviste, tra 
                cui «Nouvelle revue franç aise» e «Tel Quel». E' stato una 
                delle voci più originali della 'nouvelle critique', con 
                i saggi "Montesquieu secondo Montesquieu" (Montesquieu par lui-mê 
                me, 1953) e "Jean-Jacques Rousseau : la trasparenza e l'ostacolo" 
                (J.J. Rousseau: la transparence et l'obstacle, 1958).  
                Ne "L'occhio vivente" (L'oeil vivant, 1961) ha analizzato le opere 
                di Corneille, Racine, Montesquieu, Stendhal, con una impostazione 
                che cerca di definire i rapporti tra autore e spazio letterario, 
                tra necessità e spontaneità dello scrittore e ostacolo 
                posto dall'oggetto.  
                Tra gli altri saggi si ricordano: "L'invenzione della libertà" 
                (L'invention de la liberté , 1964), "Ritratto dell'artista 
                da saltimbanco" (Portrait de l'artiste en saltimbanque, 1970), 
                "1789 : gli emblemi della ragione" (1789: les emblèmes 
                de la raison, 1973), "Tre furori" (Trois fureurs, 1974), "L'occhio 
                vivente II : la relazione critica" (L'oeil vivant II: la relation 
                critique, 1979), "Montaigne in movimento" (Montaigne en mouvement, 
                1983).  
                 
                 Sensibile, per sua stessa formazione, alle 
                suggestioni del metodo psicoanalitico, ma duttile e sorvegliato; 
                aperto anche a una sociologia intesa a cogliere l'operante, diffusa 
                presenza di miti, simboli, archetipi, Starobinski attua una operazione 
                critica che non si irrigidisce in una metodologia dogmatica ma 
                lascia sempre campo a nuovi scandagli e a diversi sistemi di indagine. 
                 
                 
                
                
              
              
             
            
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