Giovanni
Scabia
Giovanni Scabia
Nato a Padova nel 1935, dopo una esperienza
con la realtà degli ospedali psichiatrici da cui ha tratto
un testo come Marco cavallo, e aver conosciuto Calvino, Cage e
il musicista Luigi Nono, si è occupato del teatro con particolare
attenzione per il teatro musicale. Si pensi a La fabbrica illuminata
(1964), e a una serie di allestimenti per La Scala di Milano.
Poi, nel 1968 il mutamento. Si dedica al «teatro vagante», piccole
realizzazioni teatrali che recuperano la tradizione delle minicompagnie
di teatranti girovaghi. Gira per paesini e piazze con il furgone
e una compagnia ridotta, con testi fantasiosi e vicini all'espressività
popolare. Una esperienza di contatto con le realtà periferiche,
l'obiettivo di sentire le storie dalla gente e di raccontare le
proprie storie in uno scambio alla pari. Tra questi spettacoli,
in cui si univa lo spettacolo 'all'improvviso', la sarabanda e
il mimo ecc. si ricorda Il diavolo e il suo angelo. Nell'80 una
malattia (collasso) interrompe questa attività , Scabia
è tornato alla produzione narrativa con una serie di testi
che non dimenticano quell'esperienza: Teatro con bosco e animali,
In capo al mondo, Nane oca in cui invita a far tesoro delle parole
personali perché lì è la possibilità
di far germogliare tutte le altre ecc.
© Antenati, 1995-6
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