Elsa
Morante
Elsa Morante
Nata a Roma nel 1912. Si legò negli anni della guerra
e del primo dopoguerra a Alberto Moravia e poi, per un breve tempo,
a Luchino Visconti. Morì a Roma il 25 novembre 1985.
Si rivelò tra il 1935 e il 1940 scrivendo eleganti cronache
di costume per riviste culturali. Da quell'esercizio giornalistico
nacque il primo volume di racconti, Il gioco
segreto (1941). In quello stesso anno pubblicò la
favola Le bellissime avventure di Caterì
dalla trecciolina (1941).
L'opera che la impose alla critica fu Menzogna
e sortilegio (1948). La vicenda è quella della decadenza
di una famiglia gentilizia del sud, attraverso la ricostruzione
allucinata che ne fa una giovane donna sempre rinchiusa nella
sua stanza. Il romanzo precisa la poetica favolosa e magica di
Morante nei termini di angosciosa separazione dalla realtà.
L'autrice narra in prima persona la storia della propria famiglia.
La storia ha inizio con il matrimonio di Cesira, nonna di Elisa
(la narratrice), con Teodoro Massia discendente di una ricca casata
aristocratica presso cui Cesira lavorava come istitutrice. Dalle
nozze nasce Anna, che trascorre la propria fanciullezza coltivando
il mito del bel cugino Edoardo, tenebroso capriccioso e irascibile
figlio di Concetta, la più ricca sorella di Teodoro. Il
loro primo fortuito incontro fa nascere nella ragazza un ambiguo
sentimento che appare ben presto ricambiato. Anna e Edoardo vivono
un singolare rapporto di 'cuginanza', dietro cui si nascondono
profondi affetti, che il giovane sembra voler ripetutamente rimuovere.
Durante gli studi Edoardo conosce Francesco Di Salvo, figlio di
contadini che si fa passare per aristocratico, con cui si lega
in stretta amicizia. Francesco ha come amante la bella Rosaria,
esuberante e sempre in bilico tra vitalità e volgarità,
al cui fascino Edoardo cede. Molte le peripezie, durante le quali
le due coppie soffrono di gelosie, inganni, risentimenti. Francesco
sposa Anna e mette al mondo Elisa. Edoardo è colpito con
sempre maggiore frequenza dalla malattia che lo accompagna dalla
giovinezza: chiuso nel suo mondo di paure fantasmi e tenebrosi
presentimenti, va verso la morte. Rosaria fa una vita di orgogliosa
solitudine. A distanza di anni, stringe amicizia con Elisa, e
diventa per lei una specie di maestra di vita. Francesco muore
in un incidente sul lavoro. Anna è consumata dalla malattia,
mentre insegue misteriose lettere un tempo scambiate con l'amato
cugino. Elisa, con accanto la forte presenza di Rosaria, affronta
la vita.
In forme più turbate e assillanti, il tema della solitudine,
nutrita di miti ambigui e funesti, torna nel romanzo L'isola
di Arturo (1957), storia della difficile maturazione di
un ragazzo che vive come segregato nel paesaggio immobile dell'isola
di Procida, all'ombra del grande penitenziario.
Dopo la raccolta di versi Alibi (1958),
e i racconti dello Sciallo andaluso pubblicato
in volume nel 1963 ma usciti sparsamente negli anni precedenti,
volume di svolta nella sua poetica è dato da Il
mondo salvato dai ragazzini (1968). Articolato in testi
dalla forma prevalentemente poematica, con strutture strofiche
che ricordano gli esperimenti della neoavanguardia di quegli anni,
accosta organismi letterari di segno diverso, dal dramma alla
satira, dal 'manifesto' al documento ideologico. Elemento unificante
è una specie di tensione vitalistica che libera i fantasmi
della sofferenza claustrale nel credo quasi giocoso dell'anarchismo
e del pauperismo, nella fiducia accordata ai «ragazzetti celesti»,
ingenui portatori dell'unica possibile felicità, quella
dell'innocenza astorica e divinamente barbarica.
Quella di Morante è una visione utopica, che sta alla base
anche del vasto affresco intitolato La storia
(1974), che racconta l'odissea bellica dell'Italia e del mondo
nel periodo 1941-1947, riflessa nell'umile microcosmo di una famigliola
romana, composta da una donna spaurita e immatura, da un ragazzotto,
da un bambino e da un paio di cani. Siamo nella Roma devastata
dalla guerra e poi avviata in una incerta ricostruzione. Un soldato
tedesco smarritosi nel quartiere di San-Lorenzo, incontra Ida
Ramundo, una maestra elementare vedova che vive con il figlio
Nino. In un fuggevole rapporto, viene concepito Giuseppe, che
porterà una nota di allegria nella misera vita della donna
e del primo figlio. Sotto i bombardamenti Nino fa le sue prime
esperienze di ardimentoso giovanetto, e Giuseppe apre gli occhi
su un mondo singolare. La loro casa è distrutta dalle bombe.
Si trasferiscono a Pietralata, in un grande rifugio per i senza
tetto. Nino esaltato da discorsi e desideroso di abbandonare la
sua povera esistenza, si arruola nelle camice nere. Passano mesi
senza dare notizie. Torna improvvisamente, partigiano, assieme
a Carlo Vivaldi «anarchico non violento» che in seguito si rivelerà
essere l'ebreo David Serge. Il dopoguerra è difficile.
Carlo va al nord per un breve lavoro in fabbrica. Nino rifiuta
il ritorno alla normalità e ritiene di dover continuare
la lotta armata contro il nuovo ordine: muore in un conflitto
a fuoco. La disperazione di Ida si placa solo davanti al vitalismo
di Useppe (= Giuseppe). Intanto David torna a Roma, vive in una
baracca, forse malato. E' divenuto grande amico del bambino. Un
giorno viene trovato morto nella sua povera casa, ucciso dalla
droga. Useppe è minato dall'epilessia: Ida lo assiste impotente.
Alla crisi fatale, Ida impazzisce, rimanendo a vigilare immobile,
il corpo del figlio. Accusato di ripristinare anacronisticamente
messaggi poetico-consolatori, il romanzo esplicita uno 'scandaloso'
rifiuto della storia, opponendo problematicamente il mondo 'fanciullo'
e 'povero' al mondo fittizio, generatore di morte e di scempi.
Intenso è anche il romanzo Aracoeli
(1982), dove l'autrice disegna il ritratto dolente di un personaggio
'diverso', disperatamente proteso a ricostruire, attraverso un
viaggio che non è solo della memoria, l'amata figura materna
perduta e irraggiungibile. Anche in questa opera, ma con tratti
più angosciati e sconvolti, la prosa di Morante conferma
un carattere fondamentale, un equilibrio miracoloso tra candore
magico-evocativo, simbolica, e la sinuosa febbrile capacità
di penetrazione psicologica.
Bibliografia: Elsa Morante
Il gioco segreto (1941)
Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina (1941)
Menzogna e sortilegio (1948)
L'isola di Arturo (1957)
Alibi (1958)
Scialle andaluso (1963)
Il mondo salvato dai ragazzini (1968)
La storia (1974)
Aracoeli (1982)
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