Franco
Loi
Franco Loi
Franco
Loi è nato a Genova nel 1930, da una famiglia sarda. Vive
a Milano dal 1937, adottandone il dialetto. E' stato un importante
critico letterario per «Il sole 24 ore» dalla fine degli anni
'80, incoraggiando l'uso poetico dialettale. Il suo linguaggio
poetico nasce dalla mescolanza di elementi linguistici di varia
natura: gerghi, idioletti ecc., di area proletaria e contadina,
spesso reinventati dalle esigenze espressive dell'autore. Dopo
le raccolte I cart (1973) pubblicato su rivista, e Poesie d'amore
(1974), si è affermato soprattutto con la raccolta Stròlegh
(1975). Sono seguite: Teater (1978), L'Angel (1981).
Ha scritto *Maurizio Cucchi:
"Loi usa un dialetto milanese molto libero, ricco di contaminazioni
e personali invenzioni, introducendo anche una grafia diversa
da quella tradizionale, per avvicinarsi maggiormente alla pronuncia.
Ma il carattere essenziale e forte della sua poesia è nell’ampio
respiro narrativo di un procedere che sa peraltro anche accendersi
in limpide impennate liriche. In un contesto in cui la poesia
era da poco uscita dalla sperimentazione, spesso chiusa in esercizi
linguistici e labirinti di oscurità, l’opera di Franco Loi riproponeva
autorevolmente la possibilità di un canto aperto e vitale, aderente
alla realtà, e che si muoveva essenzialmente partendo dalla memoria,
in un flusso pressoché incontenibile. In Stròlegh, Loi parla di
un mondo operaio e popolare nella Milano degli anni Quaranta e
Cinquanta, con vivissima presenza di situazioni, luoghi e personaggi,
ma anche di sentimenti e umori, in una dimensione reale sempre
a un passo dalla visionarietà, in cui pure talvolta sconfina.
In Teater (’78), come indica il titolo stesso, vicende e figure
si muovono come su una scena teatrale, ed è questa, del resto,
una particolarità della poesia di Loi, il cui primo interesse
era stato, ancor prima che per la poesia, proprio per il teatro.
Il suo poema L’angel (’94), opera tra le sue maggiori, che comprende
passi anche in genovese , nel dialetto emiliano di Colorno (dove
era nata la madre del poeta) e in romanesco, ha avuto anche un
adattamento per la scena. Eppure si tratta essenzialmente di un
vero e proprio romanzo in versi che riesce a rappresentare, con
straordinaria potenza, situazione della vita privata del personaggio
e del contesto storico." [1]
E ancora:
"Nel corso degli anni, Loi è venuto anche maturando, all’interno
di una sua spiritualità tutta particolare, una quasi in interrotta
riflessione in versi, una meditazione sul senso dell’esistere,
della morte, e sulla presenza di Dio. " [1]
Le sue poesie sono state tradotte in molti Paesi d'Europa e
negli Stati Uniti. Ha curato con Davide Rondoni un'antologia della
poesia italiana dal 1970 ad oggi, Garzanti, Milano 2001.
Note:
[1] Franco Loi, di Maurizio Cucchi, in: Dizionario, pubblicato
su La Stampa web, 29 dicembre 2003
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