Primo
Levi
Primo Levi
Primo Levi è nato a Torino nel 1919,
è morto suicida gettandosi dalle rampe della scala della
sua abitazione. Laureato in scienze, è stato deportato
nei lager nazisti come ebreo.
Ha esordito nel 1947 con Se questo è
un uomo (edito da una piccola casa editrice poi scomparsa, la
Francesco Da Silva), testimonianza della prigionia patita nei
lager e della lotta per la sopravvivenza non solo fisica ma anche
della propria dignità di uomo. Il libro-testimonianza,
tra i migliori del genere grazie alla sua sobrietà stilistica,
fu poi ripubblicato nel 1957 da Einaudi (che lo aveva in precedenza
rifiutato) che sarà poi l'editore del resto dei libri di
Levi. La tregua (1963) dà una descrizione lenta e stupì
ta del ritorno alla vita dopo quella atroce esperienza. I racconti
di Storie naturali (1966), pubblicati con lo pseudonimo di Damiano
Malabaila, svolgono una critica alla società contemporanea,
tra ironia e l'assurdo - la scelta dello pseudonimo derivava anche
da questa diversità contenutistica e stilistica rispetto
ai primi due libri pubblicati da Levi -. Il sistema periodico
(1975) analizza la formazione morale di un giovane ebreo. La chiave
a stella narra l'epopea della professionalità di un operaio
come scelta di rigore morale. Levi è tornato ai temi della
guerra e del mondo ebraico con Se non ora quando? (1982).
Ha pubblicato anche raccolte di poesie: Osteria
di Brema (1975), Ad ora incerta (1984).
Tra i saggi: L'altrui mestiere (1985).
La scrittura di Primo Levi riesce a essere
sobrissima, priva assolutamente di retorica. Su essa influisce
la formazione scientifica di Levi. Una scrittura non arida, vivissima
per la capacità che ha di trasmettere il senso dei valori
umani, la tragicità delle esperienze rese più dirompenti
proprio da quella sobrietà espressiva.
© Antenati, 1995-6
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