Halldór
Kiljan Laxness
Halldór Kiljan Laxness
Halldór
Kiljan Laxness fu lo pseudonimo usato da H.K. Gudjónsson.
Nato a Reykjavik nel 1902 (morto nel 1998), dopo una infanzia
passata a contatto con le tradizioni della sua terra, ebbe una
formazione cosmopolita, viaggiando in europa e in USA. Nel 1955
ebbe il nobel (con la motivazione:
"for his vivid epic power which has renewed the great narrative
art of Iceland"). La conversione al cristianesimo fu una
breve parentesi nella sua continua ricerca di formule risolutive
(La posizione dei cattolici, 1925).
Dopo il primo importante romanzo, Il gran
tessitore del Kashmir (1927), aderì al marxismo
e tornò in patria per descrivere nel racconto Gente
libera (1934-1935) la millenaria condizione di miseria
e di sfruttamento dei contadini islandesi.
Il
motivo della patria e delle sue tradizioni rimarrà dominante
nelle opere narrative seguenti: La campana dell'Islanda
(1943), Cronache di Brekkukot (1957),
Il paradiso ritrovato (1960), Cronaca
della parrocchia (1970).
Laxness è considerato il grande maestro della narrativa
islandese del Novecento, per la sua capacità di fondere
tradizione e innovazione, cantore critico, spesso crudo e privo
di retorica, della storia, della natura e della civiltà
del suo paese. Ha trascorso l’infanzia in una fattoria presso
Reykjavík, ascoltando narrare in casa le antiche saghe
e assorbendo così lo spirito delle storie d’Islanda.
Viaggiatore infaticabile, ospite di monasteri belgi e ricche famiglie
siciliane, trapiantato in America per anni, è venuto in
contatto con le principali correnti culturali del nostro tempo,
rimanendo sempre profondamente islandese.
Altri titoli: Salka Valka (1931), L'onore
della casa (Ungfrúin gótha og húsith,
1933).
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