Vivian Lamarque
Vivian
Lamarque è nata a Tesero (Trento) il 19 aprile 1946.
Dall'età di nove mesi vive a Milano, dove ha insegnato
per molti anni. Ha pubblicato i suoi primi versi, con una
nota di Giovanni Raboni, sulla rivista “Paragone Letteratura”
nel 1972. Partecipa poi con L’amore
mio è buonissimo, a un "quaderno"
collettivo dell'editore Guanda (1978). Ha scritto *Maurizio
Cucchi su questa prima raccolta di Lamarque:
Già si evidenziano caratteri tipici della poesia
della Lamarque. In primo luogo una dolcezza e una grazia
carezzevoli, che danno vita a componimenti prevalentemente
brevi o brevissimi, nei quali appare una commozione sottile
espressa nei toni di una lieve, sorridente ironia, e in
modi che mimano una tenerezza di pronuncia infantile. [1]
Sono delle caratteristiche che vengono rintracciate anche
nella produzione successiva:
Lo si avverte anche dal titolo stesso della raccolta, e
da quello del primo vero e proprio libro della Lamarque,
Teresino, che esce nell’81, con i consensi, tra gli
altri, di Vittorio Sereni e con un riconoscimento importante
come il premio Viareggio per l’opera prima. In questo
libro, l’autrice si apre anche a una dimensione più
ampia, poematica, e già ben traspare un altro aspetto
rilevante della sua opera: lo strazio tagliente, la sofferenza
di fondo che un dire anche volutamente bamboleggiante tende
a mascherare. Seguono poi raccolte nelle quali, in versi
e prosa poetica, la Lamarque trasforma in poesia la vicenda
personale di un lungo periodo di analisi junghiana: Il signore
d’oro, Poesie dando del Lei e Il signore degli spaventati.
Tappa decisiva nel suo percorso è l’uscita
di Una quieta polvere (1996), dove alla ben nota grazia
del suo lavoro si aggiunge anche, spesso, una insolita fermezza
di pronuncia, che rivela ulteriormente la centralità
non sempre solo sotterranea di momenti traumatici. [1]
Una raccolta completa delle sue Poesie esce negli Oscar
Mondadori nel 2002.
Ha pubblicato:
Poesie:
Teresino (Soc. di Poesia & Guanda 1981, Premio Viareggio
Opera Prima);
Il Signore d'oro (Crocetti 1986 e 1997); Poesie dando del
lei (Garzanti 1989, Premio Tropea); Il Signore degli spaventati
(prefazione di G. Giudici, Pegaso 1992 Premio Montale ;
Una quieta polvere (Mondadori 1996, sei premi tra i quali
il Premio Pen Club'96).
Fiabe:
Il libro delle ninne-nanne (Edizioni S. Paolo 1989); La
bambina che mangiava i lupi (Mursia 1992); La bambina di
ghiaccio (E.Elle 1992; edizione francese: La petile fitte
de giace Ipomée - Albin Michel 1992); La bambina
senza nome (Mursia 1993), Arte della libertà: Il
sogno di Sara (Mazzotta 1995); Il bambino che lavava i vetri
(Edizioni C'era una volta 1996, Premio Rodari 1997); La
bambina che non voleva andare a scuola (La Coccinella 1997);
Cioccolatina, la bambina che mangiava sempre (I Delfini
Bompiani 1998, Premio Città di Bitritto e Premio
Fauglia; musicato e rappresentato al Teatro Litta); Unik,
storia di un figlio unico (I Girini Bompiani, 1999); Coloriamo
i diritti dei bambini (Fabbri Editori 1999); Il flauto magico
(Fabbri Editori 1999, Premio Andersen 2000); La minuscola
bambina Bíi Feltrinelli, 2000); La pesciolína
innamorata (Colors, 2000); Il prìncipe felice (Fabbri,
2000).
Ha tradotto: Valéry, Baudelaire, Prévert,
La Fontaine, Céline, Grimm, Wilde.
Fa parte della Giuria Nazionale di Diaristica. Su Sette
ha tenuto la rubrica settimanale Gentilmente, raccolta
poi in volume da Rizzoli (1998). Collabora al Corriere della
Sera e ai suoi inserti e ha una rubrica fissa su TV Sette.
Note:
[1] Vivian Lamarque, scheda a cura di Maurizio Cucchi,
24 novembre 2003, in: Dizionario, pubblicato da La Stampa
web.
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