Alfonso 
              Gatto 
            
             
             
               
                
                   Alfonso Gatto
                
                 
                Alfonso Gatto ha svolto la sua poesia dall'ermetismo 
                all'impegno civile e sociale. In lui la poesia nasce dal dato 
                impulsivo dell'esistenza, è continuo evento della parola 
                tra elegia e magia diffusa, e la dolorosa purità della 
                solitudine. Nato a Salerno nel 1909 (morto a Capalbio [Grosseto] 
                l'8 marzo 1976 per le ferite di un incidente automobilistico), 
                fondò nel 1938 e diresse con Vasco Pratolini la rivista 
                «Campo di Marte». E' stato anche pittore. Tra i suoi numerosi 
                volumi di poesia si ricordano: Isola (1932), Morto ai paesi (1937), 
                Il capo sulla neve (1949), La forza degli occhi (1954), Osteria 
                flegrea (1962), La storia delle vittime (1966), Rime di viaggio 
                per la terra dipinta (1969). La poesia di Gatto mira a una specie 
                di decantazione del dolore quotidiano, ma ha dato voce anche ai 
                temi della resistenza anti-nazifascista e dell'impegno politico. 
                Il suo linguaggio rarefatto e evocativo, sostenuto da un abile 
                uso della retorica, è incline al canto, che si snoda lungo 
                una serie di immagini analogiche nutrite da una accesa immaginazione. 
                
               
              
              
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