Antonio
Delfini
Antonio Delfini
Antonio Delfini è nato a Modena nel
1908 (è morto il 23 febbraio 1963). Le sue pagine, che
spesso evocano con accenti nostalgici vita e figure della sua
città natale, riflettono una personalità colta e
stravagante, capace di unire con originalità il pastiche
surrealistico e una carica emotiva di derivazione crepuscolare.
Si ricordano: il volume di racconti Il ricordo della Basca (1933-1938)
in cui è anche una interessante prefazione, Il fanalino
della Battimonda (1940), La Rosina perduta (1957), I racconti
(1963). Ha scritto anche i versi di Poesie della fine del mondo
(1960), e Lettere d'amore (1963).
Ne "Il fanalino della Battimonda", attraverso
le 'storie' svagate e casuali di Al e Ludovis (il nome rimanda
al gioco) finge di giocare alla scrittura automatica del surrealismo,
assemblando i materiali della più svariata provenienza,
fagocita i topoi letterari più consolidati facendoli interagire
con i non-sense, intrecciando astratto e fisiologico, scampoli
di narrazione e frasi fatte, un ridente ricalco dal Perelà
di Palazeschi, slogan pubblicitari, versi, prosa burocratica ecc.
Il rovescio della medaglia è l'addolorato gioco di impasti
che ha luogo «nel grande centro di una città desolata»
in cui vale solo l'ossimoro del partente che non parte perché
non può partire. Il sogno quello di avvistare «un giorno
il faro che non fa male agli occhi» offerto alla disperazione
del «vagabondo del non-viandare».
Delfini è un minore, non facilmente
classificabile all'interno di etichette di scuola o di movimento.
Espressione di un disagio ma anche di una incapacità a
trovare una sua strada.
© Antenati, 1995-6
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