Eduardo 
              De Filippo  
            
             
             
               
                
                   Eduardo De Filippo 
                
                Nato a Napoli nel 1900 (morto a Roma nel 1984), 
                dal 1920 scrisse i testi per la compagnia diretta insieme ai fratelli 
                Peppino e Titina fino al 1944, con la sola Titina fino al 1951, 
                da solo negli anni successivi.  
                 
                 Dopo una serie di commedie farsesche, a partire 
                dal 1945 puntò su toni più accorati, in cui anche 
                gli effetti mimici, gli equivoci verbali, le battute ecc. diventano 
                strumento per un discorso globale sulla vita. Al centro della 
                sua opera è il personaggio di Pulcinella, in abiti moderni 
                e senza "maschera": ingenuo e furbo insieme, da tutti maltrattato 
                e sbeffeggiato, ma ancora in grado di rivalersi delle proprie 
                sconfitte (che sono le sconfitte dell'uomo solo nella società 
                divoratrice) con il riso, il sogno, con la propria amara saggezza, 
                di scattare in improvvise e violente affermazioni di dignità. 
                Al protagonista, da lui stesso interpretato, fa da cornice un 
                ambiente quotidiano e domestico carico di sofferenza.  
                Tra i numerosi titoli del suo teatro si ricordano: Natale in casa 
                Cupiello (1931), Napoli milionaria (1945), Filumena Marturano 
                (1946), Questi fantasmi (1946), Le voci di dentro (1948), Mia 
                famiglia (1955), Bene mio e core mio (1955), De Pretore Vincenzo 
                (1957), Sabato, domenica e lunedì (1959), Il sindaco del 
                rione Sanità(1961), Il monumento (1970), Gli esami non 
                finiscono mai (1973). Nel 1975 è stato edito il corpus 
                teatrale sotto il titolo di "Il teatro di Eduardo".  
                 
                 De Filippo è stato interprete e regista 
                anche di alcuni films, subito dopo la guerra. Tra essi si ricordano 
                Napoletani a Milano (1953): la storia è quella di alcuni 
                poveri diavoli fatti sloggiare dalla bidonville napoletana, che 
                arrivano a Milano per ottenere un indennizzo dalle future società 
                immobiliari. Ti conosco mascherina (1943) in cui recita (oltre 
                a dirigere) accanto a Paolo Stoppa. Nei suoi films, anche in quelli 
                girati prima della guerra, è sempre il tentativo di andare 
                oltre la macchietta, giungere a ambiti di moralità o di 
                asserzione pirandelliana.  
                 
                 L'opera di De Filippo si inserisce all'interno 
                di una tradizione, che è quella del teatro dialettale ottocentesco 
                e novecentesco napoletano, rinvigorito con componenti provenienti 
                dal teatro pirandelliano, dal moralismo e dalla polemica sociale. 
                Raggiunge la sua grandezza nella misura della disperazione umanissima 
                dei personaggi, il superamento del pietismo e della retorica che 
                invece fanno affossare altri tentativi analoghi.  
                 
                 De Filippo diceva che «la mia vera casa è 
                il teatro, là so esattamente come muovermi, cosa fare: 
                nella vita sono uno 'sfollato'». In lui vive la tradizione dell'attore, 
                di colui che ha passato nel teatro tutta la sua vita, che sa cosa 
                significa scrivere per un pubblico: «Scrivere una commedia impegnata 
                è facile. Il difficile è impegnare il pubblico a 
                ascoltarla». Di qui una umiltà umanissima, fino a sconfinare 
                nella religiosità del teatro: «del teatro non ci si serve. 
                Il teatro si serve». «Lo sforzo disperato che compie l'uomo nel 
                tentativo di dare alla vita un qualunque significato è 
                teatro». Sono i brani di saggezza consegnati nelle interviste 
                nell'arco di una vita dedicata al teatro.  
                 
                Bibliografia: Eduardo De Filippo 
                teatro:  
                Natale in casa Cupiello (1931) 
                Napoli milionaria (1945)  
                Filumena Marturano (1946)  
                Questi fantasmi (1946)  
                Le voci di dentro (1948)  
                Mia famiglia (1955)  
                Bene mio e core mio (1955)  
                De Pretore Vincenzo (1957)  
                Sabato, domenica e lunedì (1959)  
                Il sindaco del rione Sanità(1961) 
                Il monumento (1970)  
                Gli esami non finiscono mai (1973)  
                 
                 cinema (regie):  
                  Ti conosco mascherina (1943)  
                  Napoletani a Milano (1953)  
              
                
              
              
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