Guido Crepax
Nato
il 15 luglio 1933 a Milano (è morto, malato di sclerosi
a placche, nella notte tra il 30 e il 31 luglio 2003), Guido
Crepax si laurea in Architettura al Politecninco nel 1958.
Già mentre studia inizia a realizzare manifesti pubblicitari
e copertine di dischi e di libri. Nel 1959 comincia la collaborazione
con il mensile "Tempo Medico", disegnando tutte
le copertine fino alla seconda metà degli anni Ottanta
e le prime tavole a fumetti per la rubrica "Circuito
Interno". Nel maggio del 1965 debutta sulle pagine
di "Linus" - è il primo autore italiano
a collaborare con questa rivista -, creando il fumetto di
Philip Rembrandt, alias Neutron, critico d'arte e investigatore
dilettante, fidanzato con Valentina, che diventa in breve
la capostipite delle eroine italiane del fumetto erotico.
Il primo libro di Valentina esce nel 1968. Dopo di lei crea
vari altri personaggi (Belinda, Bianca, Anita...), realizzando
anche sofisticate versioni a fumetti di alcuni classici
della letteratura erotica, quali "Emmanuelle"
tratto da E. Arsan, "Justine" tratto da de Sade,
e "Histoire d'O" (1973) tratto da Pauline Reage,
ma anche "Dr Jackill e Mr Hide".
Roland Barthes ha parlato dei fumetti di Creapx come della
"Grande Metafora della vita".
"Era bravo, colto e oltretutto costava meno di alcuni
autori che erano già mostri sacri, come Pratt, così
dovendo scegliere un disegnatore italiano per Linus lo chiamai
e in breve fu il successo": Giovanni Gandini, il mitico
inventore della rivista "Linus" e della Milano
Libri Edizioni, racconta così gli esordi di Guido
Crepax. "Avevo conosciuto Guido attraverso il fratello
che lavorava alla Ricordi - spiega Giovanni Gandini - e
decisi di chiamarlo perchè avevo bisogno di un disegnatore
italiano. Lui era bravissimo, colto, con tanti interessi.
Insomma il nostro è stato un incontro di livello
decisamente più alto rispetto a quello con altri
autori di fumetti. La mia fu una scelta di gusto, mi piaceva
il tratto di Guido".
La fama di Crepax è legata a Valentina. Fisicamente
Valentina è la copia dell'attrice americana Louise
Brooks, icona della donna fatale della Hollywood anni Venti.
Una somiglianza, che si esaurisce, tuttavia, nei tratti
del viso e nel caschetto nero; per il resto sono donne assai
lontane l'una dall'altra: la Brooks incarna la donna ammaliatrice,
con la sua aria innocente tesa a nascondere il suo istinto
di mantide; Valentina è una donna moderna, emancipata,
che vive il rapporto uomo-donna in maniera paritaria, anche
se marcatamente esibizionista. Ogni poche pagine, infatti,
questa giovane donna, dal corpo fragile e snello, sottilmente
sensuale, si mostra nuda, o, meglio ancora, in stivaletti
neri, corsetto, calze a rete e reggicalze di pizzo. Di professione
Valentina fa la fotografa ed anche questo la porta a vivere
fra la realtà, il sogno e il ricordo.
Contesto
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