Arthur
Charles Clarke
Arthur Charles Clarke
Arthur
Charles Clarke è nato a Minehead [Somerset] il 16 dicembre
1917. A 21 anni si trasferisce a Londra, mostrando subito un precoce
interessamento per la fantascienza, la Futorologia, l'Astronomia,
le tecnologie di Comunicazione e le nascenti ricerche aerospaziali
- come testimoniano i contatti che ebbe, nella seconda metà degli
anni Trenta, con la Science-Fiction Association, la Academy of
Astronautics, la Royal Astronomical Society e la British Interplanetary
Society, della cui sezione londinese fu anche eletto presidente.
Qui fonda con alcuni amici anche un circolo di amanti della fantascienza,
presso cui scrive i suoi primi brevi componimenti. Si laurea tardivamente
in Fisica e Matematica al King's College di Cambridge, nel 1946.
Durante la Seconda Guerra Mondiale presta servizio come radarista
nella Royal Air Force. Finita la guerra, dopo alcuni articoli
di divulgazione scientifica, che anticipano in qualche modo lo
spirito e i temi della sua successiva produzione narrativa, e
che appaiono tra il 1938 e il 1945 su riviste specializzate -
Extra-Terrestrial Relays (in cui, discutendo della possibilità
di posizionare satelliti in orbita geostazionaria per le comunicazioni,
precorre di venticinque anni la realtà), Man's Empire of Tomorrow,
We Can Rocket to the Moon Now! ed An Elementary Mathematical Approach
to Astronautics - pubblica, tra il 1946 e il 1947, i suoi primi
racconti su Astounding Science-Fiction e Fantasy.
Il suo anno boom è il 1951 durante il quale pubblica
ben tre romanzi, Le sabbie di Marte (The
sands of Mars, 1951), Preludio allo spazio
e Earthlight. Il titolo "earthlight"
è un termine astronomico, fa riferimento alla luce riflessa
dalla terra sulla superficie non illuminata dalla luna: il romanzo
immagina la guerra tra terra e colonie terrestri che si svolge
sulla luna. Romanzo lineare, che mostra una fiducia (anche ingenua)
per la scienza e gli scienziati. In questi tre romanzi appare
già chiaramente il taglio particolare della sua futura produzione
narrativa, preoccupata in primo luogo di mantenersi all'interno
di invenzioni e previsioni credibili o comunque accettabili entro
una prospettiva scientifica. Dello stesso anno è il suo famoso
racconto La sentinella (The Sentinel),
che narra della scoperta di un monolito extra-terrestre sulla
Luna, segno evidente di una presenza aliena cui però gli scienziati
non riescono ad attribuire un significato ed una natura precisa:
da questo racconto, ampliato, trarrà il romanzo "2001:
a Space Odyssey". Seguirono Isole cosmiche
(1952), La città e le stelle (The
city and the stars, 1956), e soprattutto 2001
: una odissea spaziale (2001: a space odissey, 1968) il
suo romanzo più famoso, reso celebre anche grazie a un
film, diretto da Stanley Kubrick, diventato un classico del genere
SF cinematografico. Nel romanzo (e nel film) la scoperta del monolito
sfocia in un viaggio alla ricerca dei suoi costruttori e dei loro
segreti. Il successo del film spinge l'autore a produrre tre seguiti
letterari: 2010: Odyssey Two (1982), 2061: Odyssey Three (1987)
ed il conclusivo 3001: the Final Odyssey (1997).
In una linea più disponibile all'elaborazione simbolica e alla
riflessione filosofica e metafisica si collocano invece Childhood's
End (1952) - forse il suo capolavoro assoluto, The City and the
Stars (1956) - il suo romanzo più fantasioso e poetico ed il pluripremiato
ciclo di Rama (1973-1993) che riprende, ma in diversa prospettiva,
la tematica della scoperta dell'oggetto alieno che annuncia la
presenza di intelligenze non umane. Nel 1948 ottiene il First
Class Honor in Matematica e Fisica, a cui seguono importanti riconoscimenti
nel mondo della ricerca scientifica: medaglia d'oro dal Franklin
Institute, Lindbergh Award, Kalinga Prize dall'UNESCO, Borse di
Studio dal King's College di Cambridge, ma la massima gratificazione
gli viene concessa dall'International Astronomic Association,
che battezza ufficialmente l'orbita geostazionaria a 42.000 chilometri,
Orbita di Clarke. Nel 1962 pubblica il saggio Profiles of the
Future, in cui esplora con precisione e rigore scientifico le
principali caratteristiche del mondo di domani. Nel 1969 viene
scelto per scrivere l'epilogo al racconto degli astronauti che
per primi scesero sulla Luna, First on the Moon. Durante gli anni
Ottanta collabora per la lavorazione di due serie televisive aventi
per tema l'esplorazione dello Spazio: Arthur C. Clarke's Mysterious
World ed Arthur C. Clarke's World of Strange Powers.
Clarke è stato autore anche di molta narrativa breve,
tra le sue antologie meritano almeno una menzione Tales from the
White Hart (1957), Venture to the Moon (1958) e The Other Side
of the Sky (1975).
Clarke è stato l'ideatore del concetto di satelliti per
telecomunicazioni. Dal 1956 si è trasferito nell'isola
di Sri Lanka da dove continua a tenersi in contatto via satellite
computer e teleconferenze con editori e amici. Clarke è l'archetipo
vivente dello scienziato-scrittore. L'unico autore a scrivere
"realmente" come uno scienziato: le sue storie si ambientano infatti
in un futuro prossimo, mai a più di qualche centinaio di anni
da oggi, e questo per mantenersi all'interno di invenzioni e previsioni
credibili, ed evitare di lanciarsi in estrapolazioni in assenza
di basi chiare e definite. Alla base di ogni romanzo di Clarke
c'è sempre e comunque, sotto una forma o l'altra, un problema
scientifico, che i protagonisti sono obbligati a risolvere usando
tutto il loro ingegno: un incidente - la follia di HAL 9000 in
2001: a Space Odyssey, il naufragio del traghetto lunare in A
Fall of Moondust (1961) - un sabotaggio - in Rama II (1989) ed
Imperial Earth (1974) - o una semplice sfida alle possibilità
Umane - la "Terraformazione" in Sands of Mars, la costruzione
dell'ascensore spaziale in The Fountains of Paradise (1979). Ogni
storia di Clarke racconta di come l'uomo, usando gli strumenti
della Scienza, possa costringere l'Universo ed il Caso a piegarsi
ai suoi desideri. Difficilmente nei libri di Clarke si troveranno
drammi Umani, tormenti interiori, grandi passioni, introspezioni
psicologiche. Il suo lessico è molto povero, la sua sintassi elementare,
i suoi personaggi semplici manichini adoperati in funzione della
trama. L'elemento che colpisce maggiormente di Clarke è la grandiosità
delle sue trame. Clarke non si accontenta mai di raccontare le
vicende di un uomo, il destino di un singolo individuo: egli narra
epicamente il futuro di tutta l'Umanità,.
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