Samuel
Beckett
Samuel Beckett
Nato
a Dublino nel 1906. Studiò al Trinity College di Dublino.
Ebbe rapporti di collaborazione e amicizia con Joyce. Nel 1938,
dopo alcuni viaggi in europa, si trasferì in Francia dove
fissò la sua residenza definitiva. Nel 1969 ha avuto il
nobel ("for his writing,
which - in new forms for the novel and drama - in the destitution
of modern man acquires its elevation").
Beckett scrisse in inglese i suoi primi libri,
tra cui una raccolta di poesie e il romanzo Murphy (1938).
Dal 1945 ha cominciato a scrivere in francese,
lingua con cui ha composto le sue opere più importanti.
Tra il 1951 e il 1953 ha pubblicato una specie di trilogia narrativa:
Molloy, Malone muore (Malone meurt), e L'innominabile (L'innommable).
I personaggi sono misteriosamente infermi e disperatamente monologanti.
Incarnano l'orribile solitudine dell'uomo contemporaneo e la sua
paradossale resistenza all'oscuro destino di annientamento che
lo sovrasta.
Con
i due atti di Aspettando Gogot (En attendant Godot, 1952) Beckett
inizia, negli stessi anni di Ionesco, il teatro detto dell' "assurdo".
Nella commedia, replicatasi per anni a Paris e poi rappresentata
in tutto il mondo, due vagabondi, Vladimir e Estragon, attendono
invano l'arrivo di un enigmatico personaggio. Siamo in una strada
deserta, vicino a un albero stecchito. I due non sanno né
l'ora né il luogo dell'appuntamento, non sanno cosa fare
nell'attesa. A un tratto compare un vecchio, Lucky, sovraccarico
di bagagli e tenuto al guinzaglio dal suo padrone, Pozzo, che
lo va a vendere al mercato. Più tardi un ragazzo viene
a annunciare che monsieur Godot non verrà quella sera ma
l'indomani. Nel secondo atto, il giorno dopo, ricompaiono Vladimir
e Estragon e, più tardi anche Pozzo e Lucky. Pozzo è
diventato cieco, Lucky muto. Pozzo vorrebbe sapere che ora è,
dove si trova. Ma non riceve risposta. Cala il buio. Ricompare
il ragazzo. Godot non verrà neppure quella sera, ma verrà
certamente domani. Il sipario cala su Vladimir e Estragon, immobili,
che attendono ancora. Si avverte che l'attesa sarà vana,
l'indomani e per sempre. Godot rappresenta l'inesistenza o forse
l'irraggiungibilità di dio, può essere una minaccia
oppure una soluzione, o una illusione. Per chi non crede nelle
istanze mistiche, Godot è l'attesa messianica di una rivoluzione.
Beckett ha continuato a scrivere di narrativa:
Racconti e testi per nulla (Nouvelles et textes pour rien, 1955),
Com'è (Comment c'est, 1961). Ma soprattutto ha scritto
per il teatro, riproponendo con evidenza sempre più scarnificata,
fino agli estremi del silenzio e della pura raffigurazione mimica,
i temi fondamentali della sua ricerca: Fine di partita (Fin de
partie, 1957), Atto senza parole (Act sans paroles, 1957), Oh
i beati giorni (Oh les beaux jours, 1961).
L'opera di Beckett realizza nel suo complesso,
con potente concentrazione metaforica e severa sobrietà
di mezzi espressivi, un'immagine profondamente pessimistica della
concezione dell'uomo nella 'civiltà' alienata del XX secolo.
Favorito dal suo bilinguismo, ha creato uno stile essenziale,
privo di qualsiasi compiacimento, attraversato da lampi di tragico
umorismo.
Bibliografia: Samuel Beckett
Murphy (1938)
Molloy (1951)
Malone meurt (1952)
En attendant Godot (1952)
L'innommable (1953)
Nouvelles et textes pour rien (1955)
Fin de partie (1957)
Act sans paroles (1957)
Comment c'est (1961)
Oh les beaux jours (1961)
Francia (1939-1989)
© Antenati - 1994-1997
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