Léopold
Sédar Senghor
Léopold Sédar Senghor
Nato a Joal [Dakar, Senegal] nel 1906, brillante intellettuale
di formazione europea, aderì durante il secondo conflitto
mondiale alla 'Francia libera', contribuendo al rinnovamento della
politica coloniale francese. Deputato socialista all'assemblea
costituente francese nel 1945, e poi a quella nazionale nel 1946.
Fu docente della Scuola nazionale della Francia d'oltremare a
Paris (1948). Svolse una intensa attività politica nell'ambito
dei movimenti nazionalisti dell'africa francofona. Nel 1960 divenne
presidente della Repubblica del Senegal. Filo-occidentale in politica
estera, Senghor si è sempre opposto alla 'balcanizzazione'
dell'africa e ha seguito una linea di unità africana contribuendo
tra l'altro alla fondazione della principale rivista politico-culturale
del continente, «Présence Africaine».
Amico di Aimé Césaire, con
lui elaborò negli anni '50 il fondamentale concetto di
negritudine, inteso come recupero dell'identità africana
snaturata dal colonialismo. A questi temi politici e culturali
dedicò la sua ampia produzione poetica in lingua francese.
Dalla prima raccolta poetica dei Canti d'ombra (Chants d'ombre,
1945), alle successive raccolte: Canti per Naëtt (Chants
pour Naëtt, 1949), Etiopiche (Ethiopiques, 1956), Notturni
(Nocturnes, 1961), Lettere d'inverno (Lettres d'hivernage, 1972).
Sono versi che riprendono i motivi del folklore e della mitologia
africani, cercando di uguagliare con il loro andamento melodioso
e solenne, il ritmo e la cadenza dei canti popolari.
Senghor è autore anche di una importante
Antologia della nuova poesia negra e malgascia in lingua francese
(Anthologie de la nouvelle poésie nègre et malgache
de langue française, 1948). E di testi teorici e politici
tra cui ricordiamo: Libertà I : negritudine e umanesimo
(Liberté I : négritude et humanisme, 1964), I fondamenti
dell'africanità o negritudine e arabità (Les fondements
de l'africanité ou négritude et et arabité,
1967), Il piano di decollo economico (Le plan du décollage
économique, 1967). Opera critica è il saggio intitolato
La parola in Paul Claudel e nei negro-africani (La parole chez
Paul Claudel et chez les négro-africains, 1973).
La poesia e l'attività culturale di
Senghor rimandano a un periodo storico ben preciso. Di fronte
all'alternativa tra la lotta armata per la conquista dell'indipendenza
dalle potenze coloniali e un atteggiamento di moderato indipendentismo,
Senghor scelse senza cedere a compromessi etici la seconda strada
che si rivelò quella più efficace, nel quadro della
divisione del mondo nelle due potenze, USA e URSS. La politica
unionista pan-africana di Senghor si scontrò contro la
nuova realtà geopolitica, il compattarsi degli interessi
convergenti tra stati coloniali e USA che tendevano a mantenere
i paesi ex coloniali in uno stato di sudditanza economica e politica.
Grazie al suo moderatismo e alla scelta filo-occidentale, il Senegal
ha potuto mantenere per anni una posizione economicamente migliore,
rispetto ad altri paesi africani; e il mantenimento di forme democratiche
di governo. Negli anni '70 la situazione politica in africa e
anche nel Senegal si è poi aggravata. Dal punto di vista
culturale, Senghor è stato onorato come tra i maggiori
intellettuali del XX secolo africani, anche quando, negli anni
successivi agli anni '60, il clima culturale è radicalmente
cambiato con il procedere di nuove generazioni di intellettuali
provenienti dal cosiddetto terzo e quarto-mondo, meno attaccati
all'occidente e più autonomisti e radicali nelle scelte
e nelle forme dell'espressione letteraria.
Bibliografia: Léopold S. Senghor
Chants d'ombre (1945)
Anthologie de la nouvelle poésie nègre et malgache
de langue française (1948)
Chants pour Naëtt (1949)
Ethiopiques (1956)
Nocturnes (1961)
Liberté I : négritude et humanisme (1964)
Les fondements de l'africanité ou négritude et et
arabité (1967)
Le plan du décollage économique (1967)
Lettres d'hivernage (1972)
La parole chez Paul Claudel et chez les négro-africains
(1973)
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