David
Mamet
David Mamet
Al teatro si è dedicato David Mamet. Tra i suoi drammi
più importanti si ricordano: La perversità sessuale
a Chicago (1974), America Buffalo (1975), Glengarry Glen Ross
(1983) con cui ha vinto il pulitzer, Speed the Plow (1989), Oleanna
(1993). Mamet è stato anche sceneggiatore e regista di
films: "Il verdetto" (1982), "Il postino suona sempre due volte"
(1981), "La casa dei giochi" (1989), "Le cose cambiano" (1988),
"Omicidio" (1992).
Come drammaturgo Mamet è stato efficace
nello scrivere dialoghi in un linguaggio colloquiale, popolare,
proprio della vita di tutti i giorni, trasformando il realismo
dello slang e delle oscenità in una cruda poesia urbana.
Così in "Glengarry Glen Ross", in cui descrive agenti immobiliari
spietati accanto al cameratismo dei disperati che sanno che non
possono essere tutti vincitori in una gara d'affari che rappresenta
la sotto-etica darwinista della giungla del business. "Oleanna"
si apre sulle note della canzone universitaria 'Oleanna', che
ci introducono nel mondo borghese della cultura. Carol studentessa
scontenta, chiede consiglio a John, il quale sta trattando al
telefono l'acquisto di una nuova casa. John di fronte a una studentessa
che pare essere convinta della propria stupidità, cerca
di essere comprensivo, ammette le proprie difficoltà di
studente, i problemi attuali con la moglie, la casa e il suo posto
di professore. Il suo scetticismo intellettuale ha dato origine
al testo di critica di critica della teoria pedagogica che Carol
trova tanto difficile. Diviso tra impegni personali e obbligo
professionale, John si lascia sfuggire alcune osservazioni imprudenti
sul «fardello dell'uomo bianco» e un aneddoto tratto dalle statistiche
sociali sul comportamento sessuale. Alla fine decide di ignorare
il regolamento universitario e le concede lezioni private assicurandola
che otterrà così il massimo dei voti. Carol nonostante
questo si sente sempre più giù, e John per confortarla
le mette una mano sulla spalla.
Una situazione pacata che sembra permanere
nel secondo atto: ma poi si apprende che Carol ha presentato una
denuncia alle autorità accademiche in cui accusa il proprio
docente di essere maschilista e razzista. Le sue offerte di aiuto
e la storia dei suoi problemi familiari sono stati deliberatamente
distorte per farle apparire come una strategia per sedurla, sola
nel suo ufficio, con la promessa di ottenere il massimo dei voti,
fino al fatele 'abbraccio'. Nel tentativo di discutere con lei
queste accuse, John le impedisce di andarsene. Nel terzo atto
la disperazione di John diventa sconcertata costernazione quando
apprende che perderà il posto. Carol legge dal suo diario
un brano dedicato al comportamento maschilista di lui, in cui
ogni gesto o frase di lui viene distorto per dimostrare la propria
tesi; addirittura una frase come "Buona giornata, cara" significa
per lei "stupro". John apprende che Carol, su consiglio di un
legale, sta pensando di accusarlo formalmente di aggressione e
tentata violenza sessuale. Scatta quando si sente rimproverare
di aver chiamato sua moglie "baby" al telefono. Ha perso il lavoro,
la casa, la sicurezza, e ora Carol sostiene che lascerà
cadere le accuse se egli premerà per la messa al bando
del suo stesso libro. Nel testo scritto, John si controlla e evita
di essere oltremodo violento mentre Carol è accucciata
davanti a lui. Quindi cala il sipario.
Nella rappresentazione fatta di questo dramma
a London, da Harold Pinter, è stato dato un altro finale,
che lo stesso Mamet aveva scritto ma che poi aveva tagliato. Carol
si riprende, raccoglie dolorante i suoi appunti e offre a John
la possibilità di una pubblica confessione, che lei e l'associazione
femminista che la sostiene vogliono che egli faccia di fronte
a studenti e docenti riuniti in assemblea: confessione della sua
negligenza, della sua colpa ecc. John comincia a leggerla a alta
voce in direzione del pubblico. E' a questo punto che cala il
sipario.
Il dramma di Mamet vive tutto all'interno
di un particolare periodo storico. Un movimento che all'inizio
era stato progressista, nato per la difesa di una minoranza (le
donne), che diventa forma dispotica dogmatica di censura e di
esclusione. In "Oleanna" vengono messi in luce due aspetti del
potere. John parla dall'interno della presunta flessibilità
consentita dal liberalismo critico, che paradossalmente denuncia
- pur avendone bisogno - il sostegno professionale e economico
fornito dall'istituzione. Non si rende conto che la debole stupida
incompetente Carol ha fatto suo il discorso collettivo dell'ortodossia
politica, la retorica dogmatica presente nel secondo atto. John
rinuncia alle regole per aiutare un individuo; Carol usa le nuove
regole dell'ortodossia politica per schiacciare un individuo.
«Sono costantemente alla ricerca di un paradigma...» dice John.
«Non so cosa sia un paradigma» replica Carol.
© Antenati - 1994-1997
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