Aimé
Césaire
Aimé Césaire
Aimé Césaire è nato
a Basse-Pointe [Martinica] nel 1913. Educato in Francia, ma profondamente
radicato nella cultura caraibica, fondò insieme a Senghor
e a L. Damas, il movimento della negritudine che rivelò
una poetica africana e segnò una demarcazione rispetto
alla cultura bianca e europea. Césaire si dedicò
particolarmente al recupero dell'identità antillana, non
più africana e certamente non bianca, attraverso una ricca
produzione di poesia drammatica e poi specificamente teatrale.
Nel 1939 comparve il Diario di un ritorno
al paese natale (Cahier d'un retour au pays natal) tragedia in
versi di ispirazione surrealista, la sua opera forse più
nota. Seguirono varie raccolte poetiche: Le armi miracolose (Les
armes miraculeuses, 1946), E i cani tacevano (Et les chiens se
taisaient, 1956), Catene (Ferraments, 1959), Cadastre (1961).
Nel 1955 pubblicò il Discorso sul colonialismo (Discours
sur le colonialisme, 1955) che fu accolto come un manifesto di
rivolta.
A partire dagli anni '60, per evitare che
la sua attività raggiungesse solo gli intellettuali africani
e non le grandi masse, lasciò la poesia per dedicarsi alla
formazione di un teatro negrofilo popolare. Tra le sue opere teatrali
più rilevanti: La tragedia del re Christophe (La tragédie
du roi Christophe, 1963), Una stagione in Congo (Une saison au
Congo, 1967) ispirata al dramma di Lumumba, e Una tempesta (Une
tempête, 1969).
© Antenati - 1994-1997
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