Franz
Werfel
Franz Werfel
Nato a Praga il 10 settembre 1890 (morto a Beverly Hills in
California nel 1945), fu amico di Franz Kafka e di Max Brod. Visse
soprattutto a Vienna e a Berlin. Sposò la vedova del compositore
Gustav Mahler. Nel 1938 emigrò prima in Francia e poi negli
Stati Uniti.
Ha esordito nel clima dell'astratto umanitarismo espressioni sta
con liriche ispirate all'amore e alla fratellanza universale:
L'amico del mondo (Der Weltfreund, 1911), cui seguirono: Noi siamo
(Wir sind, 1913), Il giorno del giudizio (Der Gerichtstag, 1919),
Sonno e risveglio (Schlaf und Erwachen, 1935), Poesie de gli anni
1908-1945 (Gedichte aus den Jahren, 1908-45, edito postumo nel
1948).
Come autore drammatico, iniziò con tentativi espressionistici
impregnati di mistero: La tentazione (Die Versuchung, 1913), Le
Troiane (Die Troerinnen, 1915, tratto da Euripides), L'uomo specchio
(Spiegelmensch, 1920).
Si è occupato di drammi storici: Juarez e Massimiliano
(Juarez und Maximilian, 1924), Paulus tra gli ebrei (Paulus unter
den Juden, 1926), Il regno di dio in Boemia (Das Reich Gottes
in Böhmen, 1930).
Prove migliori fece nella narrativa, dove Werfel dà una
più originale interpretazione della realtà e della
storia, accordata a una religiosità tradizionalmente cristiana.
Barbara ovvero la devozione (Barbara oder die Frömmigkeit,
1929) è una descrizione del crollo dei valori dopo la prima
guerra mondiale. I 40 giorni del Mussa Dagh (Die vierzig Tage
des Muza Dagh, in 2 volumi, 1933) è il tragico documento
della persecuzione degli armeni cri stiani da parte dei turchi
durante la prima guerra mondiale.
Del 1931 è il racconto Piccoli amori , poi confluito nella
raccolta di racconti Nel crepuscolo di un mondo (1937). In "Piccoli
amori" Werfel narra dell'educazione sentimentale di Hugo, un ragazzo
di undici anni, cresciuto nell'ambiente ovattata di una famiglia
borghese piuttosto filistea, affascinato dalla nuova istitutrice
Erna. Erna sembra una figura d'appendice: ha una madre vedova,
un fratello storpio a carico, sedotta e abbandonata e incinta.
Tra i tanti corteggiatori di Erna è Tittel, pedante e infarcito
di luoghi comuni. Ritratto d'ambiente piccolo-borghese, flaubertiano.
Il canto di Bernadette (Das Lied von Bernadette, 1941) opera con
cui Werfel intese assolvere al 'voto' per essere scampato alla
violenza nazista, e in cui conciliava, nel segno della fede cattolica,
il conflitto esistente tra l'ebraismo dei suoi avi e le sue aspirazioni
cristiane. Il pianeta dei nascituri (Der Stern der Ungeborenen,
1946), prefigurazione utopistica di un'epoca libera da guerre,
dal lavoro e dai confini nazionalistici, destina ta a infrangersi
di fronte al riaffiorare della malvagità umana.
Gran parte dell'opera di Werfel non è di gran livello,
presenta cadute e risente delle mode dell'epoca. Ma vi sono pagine
di alta poesia, d'atmosfera, ciò che lo pone tra gli scrittori
di medio-alto livello, e tra gli interpreti della "finis Austriae".
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