Camillo
Sbarbaro
Camillo Sbarbaro
Nato a Santa Margherita Ligure (Genova)
nel 1888 (morto a Savona nel 1967), Camillo Sbarbaro visse quasi
sempre in Liguria. Lavorò prima nell'industria siderurgica,
insegnò greco e latino finché dovette lasciare l'insegnamento
per essersi rifiutato di iscriversi al PNF. Fu erborista di fama
internazionale, Nel 1951 si ritirò con la sorella a Spotorno.
Ha esordito con le poesie di Resine (1911), ma
si affermò con Pianissimo (1914) che gli permisero la collaborazione
alle riviste «La Voce», «Quartiere latino», «La riviera ligure».
Seguirono le prose di Trucioli (1920) e Liquidazione (1928) caratterizzate
dal frammentismo e da una ricerca espressiva tra lirica e narra
tiva tipici degli scrittori vociani. Nel dopoguerra ha pubblicato
altri volumi di prose dai titoli volutamente riduttivi: Fuochi
fatui (1956), Scampoli (1960), Gocce (1963), Contagocce (1965),
Cartoline in franchigia (1966) che rievoca l'esperienza di guerra.
Ha pubblicato anche le raccolte di poesie Rimanenze (1955), mentre
Primizie (1958) risalgono per composizione a prima di "Pianissimo".
Tutte le poesie sono state raccolte in Poesie (1961). Ha anche
tradotto dal greco (Euripide) e dal francese (Flaubert, Huysmans).
Nelle sue prime prose è il vigore dell'espressionisno
e moralismo voceiano. Nelle liriche il disagio esistenziale si
stempera in una passiva osservazione della vita, tradotto in un
linguaggio antioratorio, fissato su tonalità sommesse,
tese a restituire una 'verità' psicologica e morale. Sul
piano tematico, accanto a un certo 'maledettismo' rimbaudiano
e baudelaireiano, è il richiamo alla tradizione carducciana
e pascoliana che dà vita a una poesia paesaggistica ("Rimanenze")
tipica della produzione ligure.
© Antenati - 1994-1997
[Up] Inizio pagina | [Send]
Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa
questa pagina | [Email] Mandaci
una email | [Indietro]
Europa: Antenati - la storia della letteratura europea online
-
© Antenati 1984-2006, an open content
project
|
|