François
Mauriac
François Mauriac
Nato
a Bordeaux nel 1885 (morì a Paris nel 1970) da ricca fa
miglia borghese, orfano di padre fu allevato dalla madre nella
più stretta osservanza cattolica. L'ambiente in cui crebbe,
Bor deaux e la campagna circostante, fa da sfondo a quasi tutti
i suoi romanzi.
Ha esordito con la raccolta poetica A mani
giunte (Les mains jointes, 1909). Già nei primi romanzi
svolge il tema centrale della sua opera, la lotta contro le passioni
e le debolezze della carne: Il fanciullo incatenato (L'enfant
chargé des chaines, 1913), La toga pretesta (La robe prétexte,
1914). La sua produzione continuò intensa fino al 1939:
La carne e il sangue (la chair et le sang, 1920), Il bacio del
lebbroso (Le baiser au lépreux, 1922), Nodo di vipere (Noeud
de vipères, 1925), Thérèse Desqueyroux (1927)
forse il suo capolavoro, storia di una donna soffocata dall'ambiente
piccolo borghese e provinciale; Il misero Frontenac (Le mystère
Frontenac, 1933) è in parte la storia della sua famiglia;
in La fine della notte (La fin de la nuit, 1935) ricompare, come
in alcune novelle successive, il personaggio emblematico di Thérèse;
Gli angeli neri (Les anges noirs, 1936).
Durante l'occupazione scrisse sotto lo pseudonimo
di Forez un diario di guerra (Il quaderno nero, Le cahier noir).
Nel dopo guerra si dedicò prevalentemente al giornalismo
(i volumi di Blocknotes copre gli anni 1952-1970); appoggiò
la politica di De Gaulle. Nel 1969 tornò alla narrativa
con Un adolescente di una volta (Un adolescent d'autrefois).
Per il teatro ha scritto: Asmodée
(1938), I malamati (Les mal-aimés, 1945). Alla attività
saggistica appartengono: La vita di Jean Racine (1928), Blaise
Pascal e sua sorella Jacqueline (1931), Il romanziere e i suoi
personaggi (1933), e la celebre Vita di Gesù (1936). Si
beccò il nobel nel
1952 (motivazione: "for the deep spiritual insight and the
artistic intensity with which he has in his novels penetrated
the drama of human life").
Mauriac è un cattolico fervente, sensibile
alla problematica del giansenismo. Nei suoi romanzi, caratterizzati
da un forte (a volte anche ambiguo) tradizionalismo stilistico,
sviluppa con patetica sensibilità il tema del conflitto
tra le passioni banali o volgari, con la fede. Tuttavia non si
pone come giudice dei suoi personaggi, ma spesso come complice.
Narrativa tra le due
guerre
[1997]
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