Storia della letteratura europea - Torna in homepageThomas Mann


Thomas Mann

Nato a Lubecca nel 1875 (morì a Kilchberg vicino Zurigo nel 1955) da una delle più cospicue famiglie dell'aristocrazia com merciale della città, mostrò precocemente insieme al fratello Heinrich una vocazione letteraria. Nel 1891 morì il padre, la ditta fu liquidata, la famiglia si trasferì a Monaco di Baviera nel 1894. Il giovane Mann frequentò gli ambienti artistici e collaborò a riviste tra cui il «Simplicissimus». Nel 1905 sposò Katja Pringsheim, da cui avrà 6 figli. Tra essi è lo scrittore Klaus Mann, secondogenito nato a Monaco nel 1906 (morirà suicida a Cannes nel 1949), e l'attrice Erika Mann (1905\1969) la primo genita. Thomas fu scherzosamente soprannominato dai figli "mago", dopo un travestimento in una festa mascherata: a quest'appellativo fa indiretto e intimo riferimento una parte delle sue opere della maturità. Nel 1914 Thomas Mann aderì al partito nazionalista favorevole alla guerra. Documento delle sue posizioni, in polemica con quelle democratiche e progressiste del fratello Heinrich, sono le Considerazioni di un apolitico (Betrachtungen eines Unpoliti schen, 1918) in cui Mann contrappone la "kultur", la civiltà spirituale tedesca, alla "zivilisation", la civiltà materiale dei paesi occidentali.
Solo nel 1922 Mann prende posizione in difesa della democrazia. Nel 1929 gli viene dato il nobel. Nel 1933, in giro all'estero per delle conferenze, decide di non tornare in patria alla notizia dell'ascesa di Hitler al potere. Nel 1933-38 vive prevalentemente in Svizzera; nel 1938 è a Princeton (Stati Uniti) come professore universitario, e dal 1940 in California. Durante la guerra svolge attività antinazista con scritti e messaggi radio. Nel 1944 prende cittadinanza americana. Nel 1952 si stabilisce a Zurigo.
Dopo la raccolta di novelle Il piccolo signor Friedemann (Der kleine Herr Friedemann, 1898), Mann si impose all'attenzione del pubblico e della critica con il romanzo I Buddenbrook (Buddenbrooks, 1901) che narra, in modo autobiografico, la decadenza di una famiglia borghese attraverso quattro generazioni. Attorno ai primogeniti di quattro generazioni, Johann senior, Johann-Jean junior, Thomas e Hanno, si annoda la complessa vicenda di una folla di personaggi rappresentativi di diversi strati sociali. Il romanzo si apre con un pranzo dato dal vecchio Johann per inaugurare la nuova sede della ditta di cereali, uno splendido palazzo già appartenuto ai Ratenkamp. Le fortune della famiglia aumentano, Johann junior diventa console dei Paesi Bassi, Thomas senatore. Thomas acquista una nuova sede. Ma i germi della decadenza diventano via via più evidenti: il fratello minore di Thomas, Christian, che rappresenta l'irregolare della famiglia, finisce i suoi giorni tormentati in un sanatorio; la sorella maggiore Tony passa senza fortuna da un matrimoni a un altro; l'ultimo erede Hanno muore di tisi, e con lui i Buddenbrook si estinguono.
Nel 1903 è la raccolta di racconti Tristano (Tristan), tra cui è il notevole racconto Tonio Kröger . In questo racconto Tonio Kröger è il ritratto dell'artista da giovane: uno scrittore di successo, impegnato a realizzare una letteratura in contrasto con la morale borghese; nel racconto, durante l'infanzia e l'adole- scenza (a Lubecca) e la giovinezza (a Monaco) e in frequenti viaggi, confida le sue contraddizioni all'amico Hans Hansen, alla giovane Ingeborg Holm di cui si innamora ma che andrà sposa a Hans, e alla pittrice russa Lisaveta Ivanovna.
Nel 1909 esce il romanzo Altezza reale (Königliche Hoheit). Nel racconto lungo La morte a Venezia (Der Tod in Venig, 1912) il grande tema manniano del conflitto tra arte e vita, tra digni- tà borghese e liberazione degli istinti, si risolve tragicamente in una atmosfera di disfacimento, satura di decadentismo. In questo racconto protagonista è Gustav von Aschenbach, scrittore ce lebre, teso a una costante ricerca estetica; spossato dal lavoro fa un viaggio a Venezia; nel lussuoso albergo dove alloggia è colpito dalla bellezza di un ragazzo polacco Tadzio, per il quale prova una irresistibile attrazione. Senza che i due si scambino mai una parola, si crea tra di loro una ambigua intimità: Aschen bach vive la sua passione estenuandosi in una lunga e voluttuosa ricerca del giovane per i calli di Venezia. Mentre corre voce che ci siano stati casi di colera in città, Aschenbach insegue il suo sogno, fingendo una equivoca giovinezza fatta di tinture e cosme tici. Cerca invano di sfuggire da Venezia e, mentre contempla an cora una volta Tadzio sulla spiaggia, il colera lo uccide.
L'esperienza della guerra segna una lenta svolta nelle posizioni politico-culturali di Mann. Protagonista del grande romanzo di idee La montagna incantata (Der Zauberberg, 1924), ambientato in un sanatorio svizzero, è la malattia che si manifesta contraddittoriamente come creatrice di valori spirituali, ma anche come anarchia e degenerazione. Nel romanzo si fronteggiano le figure dell'umanista Settembrini e del gesuita Naphta, le illusioni del progressismo borghese e l'irrazionalismo neoromantico che sembra anticipare il nazismo. L'a. parteggia decisamente per Settembrini, anche se non gli risparmia puntate ironiche. Protagonista del romanzo è Hans Castorp, giovane borghese recatosi a trovare il cugino Gioacchino malato di tisi nel sanatorio di Davos, si ammala e ci resta sette anni, affascinato da quel piccolo mondo che è in sé un universo simbolico completo. Si innamora di un'ospite del sanatorio, Madame Chauchat, passa lunghe ore conversando con l'italiano Settembrini erede della cultura illuministica e Naphta (più tardi suicida) celebratore dell'irrazionale, della mitologia delle oscure forze istintive, del dispotismo teocratico. Un altro personaggio, l'olandese Pepperkorn, rappresenta l'istinto irrazionale, il predominio dei sensi e della natura. Lo scoppio della guerra del 1914 strappa Castorp da questa atmosfera stregata e lo conduce sui campi di battaglia: la sua sorte resta incerta, anche se immersa in un clima di morte. Mann definì quest'opera «un ideale congedo da molte pericolose simpatie e seduzioni e incantesimi da cui l'europa era ancora pervasa». Con le perenni discussioni tra i protagonisti, è un romanzo-saggio, una summa dei problemi e del dibattito ideologico dell'europa del primo novecento.
Nel 1933 esce il primo libro del ciclo Giuseppe e i suoi fratelli (Hoseph und seine Brüder): Le storie di Giacobbe (Die Ge schichten Jaakobs). Seguiranno: Il giovane Giuseppe (Der junge Joseph, 1934), Giuseppe in Egitto (Joseph in Aegypten, 1936), Giuseppe il nutritore (Joseph der Ernährer, 1943). Sviluppando e dissacrando il racconto biblico, Mann ne fece una allegoria dei conflitti ideologici contemporanei: nella figura di Giuseppe il Nutritore è il presidente americano F.D. Roosevelt. Seguendo la Bibbia ("Le storie di Giacobbe") si narrano le sofferenza patite da Giacobbe in onore del dio Adonai. Alla morte dell'amatissima Rachele, egli riversa il suo affetto sul primoge nito Giuseppe. Ciò porta al risentimento dei fratelli ("Il giova ne Giuseppe") che lo vendono agli Ismaeliti. Passato agli Egizi ("Giuseppe in Egitto") nella casa del cortigiano Putifarre fa in modo di farsi apprezzare. La moglie di questo però, innamorata respinta, lo calunnia e Giuseppe è imprigionato. Grazie alla fama conquistata come interprete di sogni ("Giuseppe il nutritore") torna alla corte del faraone, salva l'Egitto da una carestia che aveva previsto dopo che gli era stato sottoposto il sogno delle 7 vacche magre e delle 7 grasse, sposa la figlia del sacerdote Amun da cui ha due figli, Manasse e Efraim. Viene infine raggiunto dalla famiglia, nella valle di Ghosen ha luogo la riconciliazione.
Il romanzo Carlotta a Weimar (Lotte in Weimar, 1939) è una meditazione sul destino dell'artista, attraverso la felicissima rievocazione di Goethe.
Nel 1947 uscì il romanzo Doktor Faustus : nella storia del com positore Adrian Leverkühn che in cambio dell'anima ottiene dal diavolo la creatività artistica, è simboleggiata la folle avven- tura della Germania che, alleatosi allo spirito del male per uno sfrenato desiderio di potenza, preparò la propria catastrofe. Il protagonista riunisce in sé le doti di tre artisti quali Berlioz, Nietzsche e Schönberg, è un musicista e un teologo. Dopo aver composto un pezzo di musica dodecafonica che ha spezzato le tra dizionali leggi musicali e anticipato i tempi - la composizione si intitola "lamentatio doctoris Fausti" e intende contrapporsi alla nona sinfonia di Beethoven - nel presentarlo agli amici impazzisce.
Nelle ultime opere, i romanzi L'Eletto (Der Erwählte, 1951) e Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull (Bekenntnisse des Hoschstaplers Felix Krull, 1954: ma nel 1922 ne era uscito già un frammento), prevale l'elemento ironico e umoristico.
Tra le sue novelle, si ricordano Cane e padrone (Herr und Hund, 1919), Disordine e dolore precoce (Unordnung und frühes Leid, 1926), l'apologo sul fascismo italiano Mario e il mago (Mario und der Zauberer, 1930), Le teste scambiate (Die vertauschten Köpfe, 1940), La legge (Das Gesetz, 1944), L'inganno (Die Betro gene, 1953).
Profondamente influenzato, come molti scrittori della sua generazione, da Schopenhauer e Nietzsche, Mann profittò in seguito molto delle scoperte di Freud e di una visione culturale europea. Il suo modello etico-estetico divenne sempre di più Goethe, che aveva saputo conciliare realismo e lirismo, razionalità e passio ne, classicismo e innovazione, vita e spirito.
E' nella lucida rappresentazione della crisi spirituale europea che Mann raggiunge i maggiori risultati. I suoi sforzi di esorcizzare le forze "demoniache" che nascono dal progresso stes so, con i valori della grande tradizione umanistica, non approdano a molto. Dopo le prime opere di impianto realistico tradizionale, per dare adeguata forma espressiva alla sua problematica complessa e ambigua Mann si servì spesso di procedimenti ironici e parodistici, raggiungendo una perfezione letteraria che diventa talvolta virtuosismo. Mann non si è mai accostato al radicalismo formale delle avanguardie: volle richiamarsi alla eredità della grande cultura borghese in cui individuò i suoi valori, misurandola sempre con i grandi problemi del nostro tempo.

Le motivazioni del premio nobel: "principally for his great novel, Buddenbrooks, which has won steadily increased recognition as one of the classic works of contemporary literature".


Narrativa tra le due guerre

[1997]

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