Storia della letteratura europea - Torna in homepageDino Campana


Dino Campana


Nato a Marradi (Firenze) nel 1885 (morto a Castel Pulci, Firenze, nel 1932) Dino Campana visse una giovinezza travagliata. Interruppe gli studi di chimica pura all'università di Bologna, dopo un ricovero al manicomio di Imola (1906) iniziò una serie di vagabondaggi in Svizzera e Francia (1907). Nel 1908 lavora in Argentina come bracciante. E' poi a Odessa, Anversa, Bruxelles, Paris. Nel 1909 è di nuovo ricoverato in una clinica di Firenze. Riprende, due anni dopo, senza fortuna, gli studi universitari. Nell'autunno 1913 porta a Firenze, per consegnarlo a Soffici e Papini il quadernetto dei suoi Canti orfici ma nella primavera successiva è costretto a riscriverli perché Soffici ha perduto il manoscritto. Li fa stampare privatamente da un tipografo di Marradi (1914). Segue una nuova fase di viaggi, a Torino e poi a Ginevra, cui si alternano un altro soggiorno in clinica e una tumultuosa relazione con Sibilla Aleramo nel 1916-17. E' ricoverato definitivamente nel manicomio di Castel Pulci nel 1918.


Molti suoi scritti usciranno postumi: Inediti (1942), Taccuino (1949), Canti orfici e altri scritti (1952), Lettere (1958), Taccuinetto faentino (1960). Nel 1970 è stato pubblicato il mano scritto perduto, Il più lungo giorno , recuperato tra le carte di Soffici.

Ultimo esponente di una visività enfatica, di traduzione carducciana, che assume nei suoi versi le connotazioni dell'allucinazione, della fantasia onirica, Campana amplifica e trasfigura le immagini e gli oggetti di una realtà umile e proletaria, conferendo a essi una patina antiquaria cui non è estraneo l'influsso dannunziano. Al di là delle interferenze di altre letture molteplici e diversissime (Rimbaud, Nietzsche, la poesia futurista) i suoi versi e la sua prosa poetica si caratterizzano anche per la componente fonico-musicale, ossessivamente ripetuta, che mira a una dimensione simbolico-metafisica dominata da misteriose fi gure di archetipi e anticipa in parte le successive esperienze della poetica ermetica.



© Antenati - 1994-1997

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