Edgar
Rice Burroughs
Edgar Rice Burroughs
Edgar
Rice Burroughs nato a Chicago nel 1875 (morto a Encino [California]
nel 1950). Privo di un'istruzione regolare al di là delle scuole
dell'obbligo, dopo aver rinunciato alla carriera militare presso
la U.S. Cavalry, comincia a lavorare nella fabbrica del padre.
Successivamente tenta la fortuna in numerosi mestieri: poliziotto
ferroviario, minatore, cercatore d'oro, negoziante in un drug-store,
venditore di temperini, venditore ambulante di dolciumi, cow-boy,
contabile, a dimostrazione di una perenne insoddisfazione che
era, in quegli anni, una sua caratteristica. Nel 1912 - ormai
amareggiato e sull'orlo del suicidio per gli insuccessi professionali
conseguiti - si cimenta, con Sotto le lune di
Marte (Under the Moons of Mars), nell'avventura di scrittore
di storie popolari. Neanche stavolta però è sicuro di sé, tanto
che non firma il manoscritto col proprio nome, ma sceglie lo pseudonimo
di Normal Bean (Tipo Qualsiasi). Il romanzo, che costituisce il
primo libro della fortunata serie - composta complessivamente
da undici volumi - delle avventure vissute sul pianeta Marte dal
Capitano John Carter che approda su Marte e incontra la bellissima
principessa Dejah Thoris,.viene serializzato in sei puntate sulla
rivista All-Story, ed ottiene invece immediato successo. Marte
è immaginato popolato, da alcune tribù semi-barbariche
che si combattono senza requie: quel che resta di una antica civiltà
ormai in decadenza. Il romanzo diede inizio alla "science fantasy",
con la commistione di elementi barbarici e scientifici: il sottogenere
ha continuato a avere un buon successo anche nel dopoguerra.
Tuttavia, la vera svolta, Burroughs l'avrà con un altro personaggio:
Tarzan, il figlio di un gentiluomo inglese allevato dalle scimmie,
nel cuore della giungla africana. Sei mesi dopo la pubblicazione
di Under the Moons of Mars, infatti fa la comparsa, sempre su
All-Story, il suo Tarzan delle scimmie
(Tarzan of the Apes, 1941), che in breve tempo diviene un clamoroso
best-seller in tutto il mondo e conquista la fantasia ed il favore
di un pubblico eterogeneo e di tutte le età. E l'erede di Mowgli,
il «figlio dei lupi» tratteggiato da Rudyard Kipling nei suoi
due Jungle Books, sarebbe presto divenuto l'eroe più famoso che
abbia mai attraversato ogni genere di mezzo espressivo. Burroughs
gli dedicherà un ciclo narrativo che, con i suoi 28 libri, tradotti
in più di 50 lingue, almeno 30 films e una non precisata quantità
di fumetti, telefilms e cartoni animati, rappresenterà indubbiamente
la sua principale fortuna. Stimolato dall'inaspettato successo
riscosso dalle sue prime opere, Burroughs continua a scrivere,
e nei successivi anni Venti e Trenta riesce ad emergere come uno
dei più amati ed imitati scrittori d'avventura e di fantascienza.
Scrive fino agli ultimi anni di vita, collezionando sempre maggiori
successi e pubblicando circa 70 libri che venderanno non meno
di duecento milioni di copie in tutto il mondo. La sua fortuna
economica crescerà tanto da permettergli di fondare una propria
casa editrice - la Edgar Rice Burroughs, Inc. - per la pubblicazione
dei suoi scritti. Morì lasciando ai figli un'eredità di
oltre dieci milioni di dollari, 45 milioni di copie vendute dei
suoi oltre 60 romanzi. Due città - una in California e l'altra
nel Texas - verranno battezzate rispettivamente «Tarzana» e «Tarzan»
in onore del suo personaggio più famoso.
Burroughs fa parte della schiera degli autori d'avventura più
letti nella storia della narrativa: è stato il creatore di una
serie di cicli narrativi fra i più amati della Letteratura di
ogni tempo. E questo principalmente per il fatto che, scrivendo
come parlava - e cioè in modo rozzo ma efficace, senza
fronzoli, badando a rendere bene il senso di ciò che voleva dire
con poche parole, tutte semplici - riusciva a stabilire con il
lettore un legame straordinariamente forte e coinvolgente. Burroughs
ha molto contribuito allo sviluppo del filone dei «Mondi Perduti»
con i suoi cicli di Pellucidar (1922-1963) - un mondo situato
al centro della Terra, popolato da uomini ancora allo stadio dell'Età
della Pietra, costretti a vivere sotto il giogo di un'aggressiva
razza di rettili alati - di The Land that Time Forgot (1918) -
ambientato su di un'isola sperduta dell'Oceano Pacifico, i cui
abitanti, nel corso della loro vita, vivono ogni stadio dell'evoluzione:
dall'unicellulare all'Homo Sapiens - e soprattutto di Tarzan:
di romanzo in romanzo Tarzan scopre infatti «Città Perdute» a
ripetizione: di Amazzoni, di antichi Romani, di Crociati, di ibridi
Uomo-animale.
La produzione più varia di Burroughs è quella fantascientifica.
Oltre al già citato Ciclo Marziano - che fece la sua comparsa
un po' su tutte le pulp magazines dell'epoca: da All-Story a The
Blue Book Magazine, da Argosy ad Amazing Stories - Burroughs scrisse
almeno altri due importanti cicli di fantascienza: The Moon Maid,
pubblicato in tre parti, tra il 1923 ed il 1926, su Argosy, e
il Ciclo Venusiano, l'ultimo in ordine cronologico, iniziato nel
1934 su Argosy con The Pirates of Venus, e proseguito, anche su
Fantastic Adventures, fino alla morte dell'autore. Narratore nato,
con spiccate doti immaginative ed una predilizione per l'avventura
sbrigliativa e romantica, Burroughs creò praticamente il filone
dell'avventura fantascientifica ancor prima della sua nascita
ufficiale. La sua è, in effetti, una fantascienza spesso illogica
e palesemente esagerata e «non abbastanza scientifica». Le sue
opere sono più vicine al romance alla H. Rider Haggard che al
novel scientifico, dove con romance s'intende il romanzo fantastico,
avventuroso, con la bella e virtuosa principessa da salvare. D'altro
canto va pure constatato che - nelle sue opere - Burroughs fa
ripetutamente uso di concetti teosofici, quali la "telepatia",
il "viaggio astrale" e la "de-evoluzione", e che la componente
fantasy ed eroica ha un ruolo dominante rispetto alla speculazione
scientifica. Burroughs andrebbe quindi considerato più il creatore
di un nuovo sottogenere, quello della Science Fantasy - che fonde
insieme elementi barbarici e scientifici - che un vero scrittore
di fantascienza. E' interessante, infine, ricordare come, andando
avanti negli anni, Burroughs abbia sempre più spesso fatto ricorso
all'autocitazione, giustificando una storia con l'altra: Tarzan
va così ad aiutare David Innes al centro della Terra, mentre Jason
Gridley costruisce una radio per comunicare con John Carter su
Marte e Carson Napier su Venere... Probabilmente si trattò semplicemente
di un trucco per attirare i lettori delle altre serie, ma questo
genere di commistioni ebbe ugualmente una forte influenza sui
narratori successivi (si pensi a Philip José Farmer che, nei suoi
pastiches del Ciclo di Opar, ricombinerà tra loro i personaggi
più importanti della narrativa pulp dell'epoca).
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