Sherwood 
              Anderson 
            
             
             
              Sherwood Anderson 
               
               Nacque a Camden (Ohio) nel 1876 (morì 
                a Colón, Panama, nel 1941). Il luogo mitico della sua immaginazione 
                fu Clyde nell'O hio, dove visse gli anni formativi facendo vari 
                mestieri, tra i ricordi ancora vivi della frontiera, fino alla 
                prima delle sue fughe che lo portò a Cuba nel tentativo 
                di partecipare alla guerra ispano- americana. Sposato, direttore 
                di una fabbrica di vernici, un giorno abbandonò d'improvviso 
                famiglia e lavoro per mettersi a fare lo scrittore, prima a Chicago 
                dove conobbe Edgar Lee Masters, Sandburg, Dreiser, poi a New York 
                e a Paris dove incon trò Gertrude Stein. 
                 
                 Dopo il primo romanzo Il figlio di Windy 
                McPherson (Windy McPherson's son, 1916) basato su materiale autobiografico, 
                rag giunse la fama con la raccolta di Winesburg, Ohio (1919) in 
                cui analizzò le angosce, le solitudini, i desideri repressi 
                degli abitanti di una piccola città modellata sulla Clyde 
                della sua giovinezza. Il testo è diviso in 24 capitoli 
                o sequenze; non si tratta di un romanzo e neppure di una raccolta 
                di racconti. Nella cornice della immaginaria piccola città 
                di Winesburg, le storie dei suoi abitanti si intrecciano in un'unica 
                trama, costituita dalla vita collettiva, monotona, rispettosa 
                delle norme, e da quella dei singoli, segreta, tumultuosa, inconfessabile. 
                Chi osserva persone e cose è George Willard, giovane cronista 
                del giornale locale, il "Winesburg Eagle". Ogni 'racconto' è 
                il ritratto di un personaggio, che è stato plasmato distrutto 
                o rivelato a se stesso da una passione una verità o un 
                sogno. Così Wing Biddlebaum le cui lunghe dita espressive 
                alla ricerca degli altri in inconsapevoli carezze gli hanno troncato 
                la carriera di insegnan te attirandogli l'ingiusta accusa di insidiare 
                gli alunni ("Ma ni"); Alice Hindman che dopo anni di vana attesa 
                dell'amante per duto esce una notte di casa, nuda, nella pioggia, 
                impazzita d'a more e di solitudine ("Avventura"); William il telegrafista 
                miso gino, che la delusione coniugale ha trasformato fisicamente 
                in una caricatura ("Rispettabilità"); il reverendo Curtis 
                Hartman ossessionato dalle donne e guarito dalla visione di una 
                "donna del peccato" inginocchiata a pregare; Isaia Bentley che 
                passa indomito dalla civiltà patriarcale all'industria 
                ("Divinità"); lo stesso George Willard che nel racconto 
                conclusivo ("Partenza") abbandona la città unendosi ai 
                tanti artisti e sognatori in fuga dalla provincia. 
                 
                 Nelle opere successive tornano gli stessi 
                temi: il disadattamento, lo smarrimento dell'individuo in una 
                società sempre più meccanizzata. In Povero bianco 
                (Poor white, 1920) l'analisi delle sofferenze di un inventore 
                solitario si intreccia con le vicende di una città che 
                si corrompe con il progredire dell'industrializzazione. In Riso 
                nero (Dark laughter, 1925) la disinibita cultura afro-americana 
                è contrapposta alla sterile civiltà bianca. 
                 
                 Con la franca esposizione delle frustrazioni 
                sessuali e delle aberrazioni di molti suoi personaggi, con la 
                creazione di una mi tica provincia americana abitata da giovani 
                ribelli, da sognato ri, da "diversi" in fuga dalla storia, Anderson 
                ebbe influenza di rilievo su scrittori contemporanei come Hemingway 
                e Faulkner. Con il suo stile deliberatamente semplificato, fondato 
                sull'uso del "colloquiale" e su riprese "musicali", secondo la 
                lezione di Mark Twain e Gertrude Stein, offrì una nuova 
                gamma di possibilità espressive alla narrativa imperniata 
                sullo studio della vita americana. 
               
              
               
              [1997]
              
             
            
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