Bulgaria
1890-1917
Bulgaria nel primo Novecento: 1890-1917
In Bulgaria, sotto l'influenza delle nuove correnti estetiche
europee, si ha il superamento della tematica patriottica. Petko
J. Todorov, che fece parte del gruppo di letterati formatosi
attorno alla rivista «Misal'» (Pensiero, 1892-1909) che combatteva
il sociologismo e il determinismo della cultura positivista in
nome di un'arte «pura»; e soprattutto Penco
Slavejkov dibatterono problemi di ordine morale, intellettuale,
estetico, sconosciuti fino ad allora nella letteratura bulgara.
Nella prosa sono i populisti Canko Cerkovski,
Anton Strasimirov, Elín-Pelín,
che introdussero, all'interno della tradizione realista, una maggiore
cura alla forma.
In poesia vennero alla ribalta nuovi contenuti e nuovi moduli
espressivi: l'impetuosa vitalità di K.
Christov, la sottile sensibilità di Peju
Javorov.
Il teatro all'inizio del Novecento
Agli inizi del Novecento una reviviscenza dell'epoca letteraria
storica (Ivan Kirilov, 1878-1936) si fuse con un nuovo nazionalismo.
Parallelamente ai movimenti d'avanguardia europei, anche in Bulgaria
gli autori drammatici ricercarono nuove impostazioni estetiche
dando origine ad un teatro che affronta i più scottanti problemi
della società moderna (I. Andreycin, E. Mars).
Dal canto opposto ci fu chi, come Petar Dzidrov, tentò il realismo
politico e sociale legato alla stretta cronaca dei fatti. Peju
Kracholov Javorov (1877-1914) è forse la personalità più rappresentativa
di questo inizio di secolo. Animato da un acuto intuito, il suo
talento, aperto a un romanticismo fervidamente immaginoso, brillò
più nitidamente negli ultimi anni della breve esistenza. Ai piedi
del monte Vitosha fu rappresentato con grande successo al Naroden
Teatàr (il Teatro Popolare) di Sofia.
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