Charles
Péguy
Charles Péguy
Charles Péguy nacque a Orléans
nel 1873, nel 1900 fondò i «Cahiers de la Quinzaine»: attorno
a questa rivista raccolse gli spiriti più vivi del suo
tempo. Péguy esercitò il suo spirito di indipendenza
intellettuale in una intensa attività di critico e di polemista,
acuto sollecitatore di idee e confronti. Schierato si presto con
i socialisti all'epoca dell'affare Dreyfus (1895- 1898), se ne
staccò per avvicinarsi a una specie di cristianesimo libero,
fuori dalla chiesa ufficiale. Per le sue posizioni rigidamente
morali si troverà isolato rispetto ai radical-socialisti
(nell'aprile 1912 scrive a un amico della propria povertà
e isolamento). Collocandosi su posizioni antintellettualistiche,
bergsoniane e nazionalistiche, Péguy divenne un oppositore
critici e spietato del socialismo ufficiale, «anticlericale e
demagogico». Morì in combattimento il 5 settembre 1914
a Villeroy [Seine-et- Marne], prima dell'offensiva francese della
Marna.
Péguy scrisse una serie di vasti poemi religiosi: Il mistero
della carità di Jeanne d'Arc (Le mystère de la charité
de Jeanne d'Arc, 1910) riprende e rifonde un dramma precedente,
Jeanne d'Arc (1897), eroina della fede e della patria, ispiratrice
essenziale di Péguy. Seguirono il poema Il portico del
mistero del la seconda virtù (Le porche du mystére
de la deuxième vertu, 1911), poema della speranza, tra
le cose migliori della sua produzione poetica. Il poema Il mistero
dei santi innocenti (Le my stére des Saints Innocents,
1912). La serie degli "Arazzi" (Ta pesseries), dedicati a Santa
Geneviève (Sainte Geneviève, 1912), Nostra signora
(Notre Dame, 1913), Eve (1913) che fu il suo ultimo e più
impegnativo poema. Era un esponente della sinistra, ma critico
rispetto alle degenerazioni della sinistra stessa, deten tore
di un pensiero forte e ostinato, una carica religiosa nel proprio
socialismo. La sua era soprattutto una filosofia dell'a zione;
Péguy chiama "mistica" la complessità dei fattori
costitutivi dell'individuo e di un popolo che si meriti tale riconosci
mento. Una mistica che persegue la giustizia e la memoria; impegno
civile e ricerca incessante della fede cristiana accompagnano
la sua vita. Con il suo cristianesimo non bigotto Péguy
è uno dei maggiori poeti della tradizione cattolica francese.
Il socialista deluso scopre il cristianesimo ma senza abbandonare
l'originario credo politico. E' un militante, anche quando si
considera vinto, perché «tutto ciò che abbiamo difeso
arretra sempre più davanti a una barbarie, davanti a un'incultura
cre scente, davanti all'invasione della corruzione politica e
socia le», «i vecchi opportunisti si sono corrotti in 15 anni,
i radi cali in 15 mesi, i socialisti in 15 settimane». L'opuscolo
La no stra giovinezza (Notre jeunesse, 1910) rappresenta l'elogio
dell'impegno spassionato per difendere Dreyfus, la sua autodifesa
dall'attacco proveniente dai circoli socialisti che lo accusavano
di tradimento, ammonimento contro le varie forme della degrada
zione politica. La destra reazionaria ha poi cavalcato gli scrit
ti sull'identità della Francia, sulla razza e sul ruolo
centrale della tradizione nella storia di un popolo che vuol essere
nazione. Poeta limpido ma intrinsecamente difficile, Péguy
ha adottato nelle sue opere un metro ampio e elementare, e un
linguaggio che riproduce insieme la dimensione spoglia del parlato
quotidiano e la gravità del colloquio mistico.
[1997]
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