Storia della letteratura europea - Torna in homepageEdward M. Forster


Edward M. Forster


Edward Morgan Forster nacque a London nel 1879, studiò alla Tonbridge School e al King's College di Cambridge. Fu in Italia per qualche tempo, e in India. Morì a Coventry nel 1970.
Ambientati in Italia sono i romanzi Dove gli angeli temono di andare (Where angels fear to tread, 1905), e Una camera con vista (A room with a view, 1908). Nel luglio 1914 finì di scrivere il romanzo Maurice (pubblicato solo nel 1971). Ne Il viaggio più lungo (The longest journey, 1907) rievocò i suoi anni di studio, attaccando le convenzioni in vigore nelle 'public schools'.
Sono romanzi centrati sul tema della sensibilità atrofizzata o prigioniera, e delle sue possibilità di liberazione a contatto con esperienze radicalmente nuove. Vi si trova un bizzarro accostamento di sofisticata ironia e ingenua adesione alla concezione romanticista e romantica della libera personalità.
Più complesso, ambizioso e soprattutto più maturo è Fine di Howard (Howard's end, 1910), dove protagonisti sono gli appartenenti alla famiglia degli Howard. Forster esplora le contraddizioni delle personalità, ma velandole di una sottile allusività. "Casa Howard" (come viene anche tradotto il titolo) è un romanzo sullo stato, sulle condizioni dell'Inghilterra e della nazione inglesi, vista come un tutto organico: il passato essenzialmente agricolo, spiritualmente illuminato, un futuro problematico su cui commercio e industria gettano un'ombra fosca. Il tema raggiunge il massimo della tensione evocativa al capitolo 19, in cui dall'elevato punto di osservazione costituito dalle colline di Purbeck, l'autore si domanda se l'Inghilterra appartenga a chi ha creato la ricchezza oppure
"a coloro che [...] l'hanno in un certo senso vista, cogliendo in una unica occhiata la visione di tutta l'isola, che giace come una gemma in un mare d'argento, che veleggia come un nave di anime, mentre l'intera flotta di tutto il mondo spavaldo l'accompagna verso l'eternità".

Il narratore interviene nella narrazione poche volte, in senso auto-ironico, ma a dimostrazione di una aderenza ideologica e sentimentale tra sé e le cose narrate. Così, nel brano che conclude il capitolo 2:

A Margaret - spero che questo non disponga il lettore contro di lei - la stazione di King's Corss aveva sempre fatto venire in mente l'Infinito. La sua stessa posizione - un po' discosta dietro ai facili splendori di St Pacras -suggeriva un commento sul materialismo della vita. Quelle due grandi arcate, incolori, impassibili, che sostenevano un orologio piuttosto brutto, erano portali degni di un'avventura eterna, il cui esito forse sarebbe stato prospero, ma certamente non sarebbe stato espresso nel linguaggio comune della prosperità. Se questo vi sembra ridicolo, ricordatevi che non è Margaret a raccontarvelo; e lasciate che mi affretti ad aggiungere che esse arrivarono al treno con buon anticipo; che la signora Munt si assicurò un comodo posto, che guardava in direzione della locomotiva, senza esservi troppo vicino; e che Margaret, di ritorno a Wickham Place, si trovò di fronte il seguente telegramma: "Tutto finito. Vorrei non aver mai scritto. Non dirlo a nessuno. Helen". Ma zia Juley era partita - partita irrevocabilmente, e nessuna forza al mondo poteva fermarla".


Il soggiorno indiano gli servì per poter scrivere Un passaggio in India (A passage to India, 1924), la sua cosa migliore. Siamo nei primi decenni del secolo. Due signore inglesi arrivano nella cittadina indiana di Chandrapore. Sono Mrs Moore, anziana signora in visita al figlio magistrato Ronny, e la giovane Adela Quest, sua fidanzata. grazie al calore umano di Mrs Moore e al carattere franco e spregiudicato di Adela, i difficili rapporti tra occupanti inglesi e indiani musulmani e indù, sembrano migliorare. E' l'obiettivo per cui si battono da tempo il medico musulmano Aziz e l'insegnante inglese Cyril Fielding, legati da una profonda amicizia. L'equilibrio è rotto da un incidente: durante una gita alle grotte dei monti Malabar, Adela rimasta sola in una grotta ha l'impressione che Aziz tenti di aggredirla nel buio. Aziz vie ne arrestato. Al processo non assiste Mrs Moore che, sdegnata per l'ingiusta accusa, riparte per l'Inghilterra ma muore in viaggio. Adela ritratta l'accusa: è stata vittima di una allucinazione. Aziz viene scarcerato, e Ronny rompe il fidanzamento con la ragazza che fa ritorno in patria.
Forster in questo romanzo descrive e analizza i rapporti tra indiani e inglesi residenti in India, non solo dal punto di vista sociale ma anche come simbolo di problemi più vasti e enigmatici, connessi ai rapporti dell'uomo con i suoi simili, con la cultura e con i propri istinti.
Forster pubblicò anche studi critici ("Aspetti del romanzo", Aspects of the novel, 1927) e raccolte di saggi.
Tutti i romanzi di Forster indagano i rapporti umani, tema molto caro al 'gruppo di Bloomsbury' cui Forster appartenne. Con attenzione per le abitudini, le convenzioni, i pregiudizi che mettono in crisi tali rapporti. Appartiene decisamente al gruppo di scrittori 'liberal-democratici' che è stato tra i più produt tivi nella storia inglese di quegli anni (e non solo).



© Antenati - 1997-1999

Homepage | Dizionario autori | Autori aree linguistiche | Indice storico | Contesto | Novità
 [Up] Inizio pagina | [Send] Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa questa pagina | [Email] Mandaci una email | [Indietro]
Europa: Antenati - la storia della letteratura europea online - Vai a inizio pagina © Antenati 1984-2006, an open content project