Coluccio
Salutati
Coluccio Salutati
Un posto centrale nell'umanesimo civile occupa Coluccio Salutati.
Lino Coluccio Salutati, come si chiamava, era nato a Stignano
in Valdinievole [Pistoia] il 16 febbraio 1331. Esule con la propria
famiglia a Bologna, divenne notaio e fu, dal 1375 al 1406 anno
della sua morte, cancelliere del comune di Firenze.
Considerò Firenze come sua patria, e la difesa nell'Invettiva
(Invectiva, 1403) dalle accuse di Antonio Loschi portavoce della
corte viscontea milanese. Inizialmente poeta latino, si occupò
poi di filosofia e politica. Nel 1392 trascrisse le "Lettere
familiari" di Cicero e si dedicò alla raccolta e allo
studio di opera di Seneca, Ovidius, Gregorius magnus, Augustinus.
I suoi trattati sono importanti per comprendere il nuovo clima
intellettuale che si profilava con l'umanesimo all'interno di
temi e questioni tradizionali. Il secolo e la
religione (De saeculo et religione, 1381) è una
disputa retorica che esalta la vita religiosa contro i vizi e
i peccati di quella mondana. Il fato, la fortuna
e il caso (De fato, fortuna et casu, 1396-1399). La
nobiltà delle leggi e della medicina (De nobilitate
legum et medicinae, 1399) sviluppa in termini umanistici un tema
largamente dibattuto dalla precettistica tradizionale. Il
tiranno (De tyranno, 1400) segna un ribaltamento in chiave
di impegno civile dell'ascetismo sostenuto ne "Il secolo",
e vi si difende l'interpretazione alighieriana della figura di
Caesar. Le fatiche di Hercules (De laboribus
Herculis), incompiuto, verte sull'interpretazione del mito di
Hercules (Ercole) e più in generale sulla poesia: Salutati
rivendica, contro il disinteresse della retorica classica, piena
autonomia e dignità del genere.
Soprattutto importante è il suo vastissimo epistolario.
All'interno della tradizione della cancelleria fiorentina segna
un deciso superamento della povertà lessicale e del rigido
schematismo precedenti. Le lettere, specie quelle di più
evidente impianto propagandistico, rivelano il suo attaccamento
a Firenze, le sue doti di oratore, polemista accorto, e la tensione
morale che con il tempo diventa esplicito magistero. Salutati
fu un personaggio di primo piano nella vita politica, punto di
riferimento della classe dirigente fiorentina. Corrispondente
di Petrarca e Boccaccio, devoto sostenitore delle loro opere e
di quelle di Alighieri, anche in contrasto con alcuni dei suoi
stessi allievi, svolse un ruolo decisivo nella promozione della
nuova cultura umanistica.
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