Leon
Battista Alberti
Leon Battista Alberti
Leon Battista Alberti nacque a Genova il 18 febbraio 1404 da
una famiglia fiorentina esule. Studiò a Padova e Bologna.
Visse soprattutto a Roma e Firenze, prendendo gli ordini ecclesiastici
e entrando al servizio dei papi Eugenio IV e Niccolò V
come abbreviatore presso la cancelleria papale. Un ufficio che
gli permise di viaggiare per l'europa alla ricerca di testi antichi.
Espose le sue idee sull'architettura nei dieci libri de L'architettura
(De re aedificatoria, 1450) e nelle sue realizzazioni architettoniche:
il Tempio Malatestiano a Rimini, il Palazzo Rucellai a Firenze
ecc. Esse influenzarono profondamente l'architettura e l'urbanistica
del XV e del XVI secolo. Leon Battista fu un umanista di larghissima
cultura: su scultore, musico, si interessò di filosofia,
matematica, ottica. Scrisse di questioni grammaticali: tra queste
cose è anche la Piccola grammatica vaticana (Grammatichetta
vaticana), la prima grammatica volgare. In latino scrisse la commedia
giovanile Philodoxeos, che inizialmente attribuì a un antico
commediografo, rivendicandone poi la paternità. I dialoghi
Intercenali (Intercoenales, 1440) affrontano con spirito ironico
i temi morali a lui pił congeniali. Un romanzo satirico è
Momus o Il principe (Momus, o De Principe,
1443-1450), ripreso da Lucianus, incentrato sull'analisi critica
del potere politico e sui grandi ideali umani.
In volgare scrisse sonetti di corrispondenza con Burchiello;
elegie e egloghe; i dialoghi Deifira e Ecatonfilea
lasciano trasparire un misogenismo di fondo. Interessanti anche
i trattati Della famiglia (1433- 1441) in quattro libri, e De
iciarchia (1468) in tre libri.
La sua prosa tende alla compostezza e solidità
delle costruzioni classiche. esalta gli ideali di sapienza e moderazione,
pone in primo piano l'istituto civile ed economico della famiglia,
fondato sull'amore e sul giusto desiderio della prosperità,
rispetto allo Stato troppo spesso insidiato dall'invidia e dall'odio.
Un tipo di ideale appetibile dalle classi moderate e borghesi
e non a caso "Della famiglia" è rimasto come
il testo di maggior interesse per la critica borghese successiva.
Oggi noi apprezziamo oltre che "Della famiglia" anche
gli "Intercenali" e il "Momus" in cui vi è
una concezione delle lettere e del letterato pił problematica
e pessimistica. Alberti, consapevole del rigore formale del latino
e del suo prestigio culturale, ma anche del carattere anacronistico
dell'uso di quella lingua, cercò di valorizzare il volgare
adeguandolo alle esigenze della nuova cultura. Riscrisse in italiano
il trattato La pittura (De pictura, 1435), e fu lui a promuovere
il certame coronario del 1441.
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