Area 
              balcanica nel XVI secolo 
            
             
             
              Area balcanica nel XVI secolo
               
              
                
              
               
                
                Romania
              Tra il XIV e il XV secolo si formano nella regione rumena degli 
                stati feudali. Ciò favorisce, accanto alla produzione di 
                testi religiosi paleoslavi, di testi storiografici e di una epistolografia 
                di corte. A Târgóviste (Valacchia), sorge agli inizi 
                del XVI secolo la prima tipografia che stampa, nel 1508 il testo 
                paleoslavo del Messale. A questo secolo appartiene il miglior 
                testo della produzione slavo-romena, I consigli di Neagoe Basarab 
                a suo figlio Teodosio, testo parenetico redatto dal principe 
                Neagoe Basarab, sovrano della Valacchia e fondatore della chiesa 
                di Curtea de Arges. A partire dal 1521, data della più 
                antica testimonianza di un uso organico del rumeno (la lettera 
                di Neacsu), il numero dei testi rumeni aumenta considerevolmente 
                e si fanno le prime traduzioni dal paleoslavo. Nella seconda metà 
                del secolo, il diacono Coresi, originario di Târgóviste, 
                intraprende a Brasov una intensa attività tipografica (1561\1582). 
                In rumeno pubblica i Quattro vangeli e il Catechismo, sottoponendo 
                i testi a unificazione linguistica sulla base del dialetto usato 
                nel nord della Valacchia (dove si trova Târgóviste) 
                e di quello del sud della Transilvania (dove si trova Brasov). 
                L'attività di Coresi avvia l'affermazione del rumeno come 
                lingua ufficiale e di cultura. Nelle cancellerie di corte il paleoslavo 
                sarà abbandonato già alla fine di questo secolo 
                (dalla chiesa ortodossa rumena all'inizio del XVIII secolo, mentre 
                l'alfabeto cirillico sarà sostituito dal latino nel 1861). 
              
               
              
              Anche in Ungheria la riforma, impegnata a diffondere tra il 
                popolo il nuovo credo religioso, diedi impulso alla diffusione 
                linguistica e all'uso letterario della lingua locale. In particolare 
                esempi si ebbero nella prosa e nel teatro. L'avanzata dei turchi 
                provocò la capillare diffusione in tutto il paese di cantori 
                itineranti, e dei loro componimenti poetici in cui le vicende 
                nazionali si intrecciano a leggende popolari. In questo periodo 
                opera il primo poeta lirico in lingua ungherese, Bálint 
                Balassa. 
               
              
              In Bielorussia tra XV e XVI secolo è un processo di differen 
                ziazione linguistica che ha rispondenze letterarie. La lingua 
                di questi testi è in parte diversa dal paleoslavo, nonostante 
                le tendenze conservatrici della chiesa, con particolarità 
                linguisti che locali, polonismi e meridionalismi. In bielorusso 
                sono redatti la Metrica lituana e Il codice del granduca 
                Casimiro nel XV secolo. Del XVI secolo sono lo Statuto lituano, 
                la traduzione della Bibbia nel 1517-1519 ad opera dell'erudito 
                F. Skorina (1490\1541), testi di carattere religioso e alcuni 
                scritti profani e cronachistici. La progressiva annessione alla 
                Polonia culminò nel 1569. Ciò diffuse il polacco 
                e la religione cristiana cattolica. Nel 1697 la Polonia vietò 
                l'uso del bielorusso. 
               
              
              Nella regione ceca, il massimo esponente della prima generazione 
                umanistica boema, cattolica e di tendenza universalistica, fu 
                B. Hasistejnsky di Lobkovice (1462\1512). Una nuova tendenza nazionalista 
                fu espressa dal gruppo moderatamente hussita degli utraquisti, 
                con V. Kornel di Vsehrd (1460\1520). Nel clima favorevole alle 
                ricerche scientifiche enciclopediche e storiografiche ebbe grande 
                rilievo, nel 1541, la pubblicazione in ceco della Cronaca boema 
                di V. Hájek di Libocany. Alla metà del secolo l'Unione 
                dei Fratelli Boemi, un movimento per la fratellanza universale 
                fondato dai seguaci di Chelcicky, diede un contributo fondamentale 
                alla letteratura della regione: il vescovo J. Blahoslav (1523\1571) 
                con la sua traduzione del Nuovo Testamento diede l'avvio a una 
                serie di traduzioni, tra cui la Bibbia di Kralice (1579-1593, 
                in sei parti) destinata a essere, per secoli, il modello del ceco 
                letterario. Particolare impronta alla cultura venne data da D. 
                Adam di Veleslavín (1546\1599) autore di numerose opere 
                originali e di adattamenti, docente universitario e soprattutto 
                attivissimo editore. Fiorirono le cronache, storie, diari di viaggio, 
                descrizioni di genti e paesi lontani, scritti politici, giuridici 
                e scientifici; ed emerse la poesia con M. 
                Dacicky e S. Lomnicky. 
               
              
              Nella regione bulgara, sottomessa al dominio turco, circolano 
                testi agiografici e varie traduzioni dal greco; particolare diffusione 
                ebbero le raccolte di omelie che, sulla scia di quelle di Damasceno 
                Studita, tradotte e divulgate in Bulgaria a partire da questo 
                secolo, portavano il nome di damaskini. 
               
              
               
              [1997]
              
             
            
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