Philip 
              Sidney 
            
             
             
              Philip Sidney 
               
               Philip Sidney nacque a Penshurst [Kent] nel 1554. Di nobile 
                famiglia - era nipote del conte di Leicester e figlio di Sir Henry, 
                Lord Deputy in Irlanda e già Lord Presidente del Galles 
                -, studiò a Oxford, viaggiò a lungo in europa al 
                seguito dello zio, conte di Leicester. Fu uno dei più colti 
                e ammirati gentiluomini della corte di Elizabeth I, vero modello 
                per i contemporanei. Fu diplomatico e uomo politico, ma si occupò 
                anche di cultura, frequentando i circoli letterari di Spenser, 
                di Fulke Greville ecc. Fu un sostenitore degli ideali nazionalistici 
                e protestanti. Morì a causa di una ferita riportata nella 
                battaglia di Zutphen [Olanda] contro gli spagnoli, nel 1586. Aveva 
                32 anni. 
              Tutte le sue opere apparvero postume. Arcadia (1590) 
                è un romanzo pastorale a sfondo politico, esempio di prosa 
                poetica piena di artifici retorici. La sua opera maggiore è 
                Astrophel e Stella (Astrophel and Stella, 1591): una raccolta 
                di sonetti ispirati dal suo amore per Penelope Devereux: è 
                uno dei primi e migliori esempi inglesi di canzoniere petrarchesco 
                sul modello petrarchesco. Vi sono accenti di sincerità 
                appassionata, e sottigliezza psicologica. Trattato in prosa è 
                la Difesa della poesia (Defence of poesie, 1595; ma in 
                un'altra edizione sempre dello stesso anno il titolo è 
                Apologie for Poetrie; si pensa che sia stato composto attorno 
                al 1580), scritto in polemica con Stephen 
                Gosson. Sidney rispose con questa "Difesa della poesia", 
                interessante perché qui compie tra l'altro il primo esame 
                critico della produzione inglese contemporanea. Il trattato è 
                una difesa più generale dei diritti della fantasia e della 
                finzione poetica, scritto con ironia e arguzia, sulla base della 
                concezione aristotelica della poesia e di una sterminata conoscenza 
                dei classici. 
               
              Inghilterra nel XVI secolo 
              [1997]
              
             
            
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