Angelus 
              Silesius  
            
             
             
               Angelus Silesius 
               
               Angelus Silesius fu lo pseudonimo di Johannes Scheffler. Nato 
                in Breslavia nel 1624, di formazione luterana, figlio di un ricco 
                mercante, studiò a Leida e a Padova medicina e filosofia. 
                Venne in contatto, tramite Abraham von Franckenberg che conobbe 
                ad Amsterdam, con il pensiero mistico dello slesiano Jakob Böhme. 
                Medeico del duca di Württemberg-Öls, si avvicinò 
                al gruppo di Da niel von Czepko, subendone l'influsso religioso 
                e letterario. L'esperienza di traduzione di testi cattolici lo 
                avvicinò progressivamente al cattolicesimo. Si convertì 
                nel 1653, divenne un fervente propugnatore di un ritorno della 
                chiesa romana nella Slesia luterana. Prese gli ordini nel 1661. 
                Morì nel 1677. 
                 
                Ad Angelus Silesius si deve una delle più significative 
                testimonianze della cultura religiosa e letteraria del barocchismo, 
                la raccolta poetica "Aforismi e ritornelli ingegnosi" (Geistreiche 
                Sinn-und Schlussreime, 1657), poi ampliata nel 1674 con il titolo 
                definitivo de Il pellegrino cherubico (Der cherubinische wander 
                smann). L'analisi del rapporto tra l'anima e dio, cioè 
                la conquista conoscitiva e psicologica del cosmo da parte dell'individuo, 
                è condotta sulla linea della mistica medievale, ma con 
                un furore della ragione e una ebbrezza linguistica che riflettono 
                il clima delle guerre di religione e il gusto contemporaneo dei 
                concetti, dei paradossi, delle agudezas. Tipico del barocchismo 
                è anche lo schema formale, gli epigrammi di alessandrini 
                rimati a coppia. L'impianto ideologico però non è 
                barocchista, ma è proiettato all'indietro, verso il dibattito 
                della riforma e il severo gotico dello stile dei mistici. 
                 
                La sensualità cattolica, il colorismo, il compiacimento 
                verbale dominano la seconda raccolta, La santa delizia dell'anima 
                (Die heilige Seelenlust), apparsa nel 1657. Vi è un approfondimento 
                del carattere intimistico e privato dell'esperienza religiosa, 
                ciò che ne fece più tardi la fortuna presso i pietisti. 
              
               
              
               
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