Louis
de Saint-Simon
Louis de Saint-Simon
Louis de Rouvroy de Saint-Simon nacque a Paris nel 1675 da una
famiglia di antica nobiltà(ottenne il ducato sotto Louis
XIII). Furono soprattutto le campagne militari in Fiandra a formare
il giovane Saint-Simon. Egli eccelse poi soprattutto negli intrighi
di corte, seguendo l'esempio del padre che su questo aveva fatto
la fortuna della casata. Lo studio delle genealogie e le accanite
battaglie sull'etichetta e il protocollo furono il terreno su
cui esercitò l'ingegno. Domina in lui l'acredine verso
Luigi XIV incoronatore di bastardi e contaminatore del sangue
reale e soprattutto l'odio contro la concubina reale, madame de
Maintenon. Non riuscendo a occupare alcuna carica veramente importante,
fece da spettatore alla rovina della Francia devastata dalle guerre
e dalla rovina del casato dei Borboni con la morte precoce dei
delfini. Dopo la morte di Luigi XIV entrò nel consiglio
di reggenza grazie al reggente duca d'Orléans. Quando Luigi
XV raggiunse la maggiore età, fu espulso dalla corte, visse
gli ultimi anni isolato. Morì nel 1755.
Vincendo le iniziali diffidenze di natura religiosa nei confronti
della storiografia, fin dal 1694 aveva cominciato a comporre le
Memorie (Mé moires), senza preoccupazione di gloria
letteraria ma con l'unico proposito di spiegare a sé stesso
la degenerazione della monarchia. Ne nacque un'opera sterminata.
Esperto studioso del diritto pubblico francese, come dimostrano
anche i suoi scritti politici, sottolineò in ogni occasione
l'esistenza di leggi fondamentali del regno superiori alla volontà
e all'arbitrio del sovrano.
Pubblicata a frammenti in epoca rivoluzionaria come storia scandalosa
del regno di Luigi XIV e della reggenza, l'opera è stata
pubblicata integralmente solo nel XIX secolo, nel clima anticlassicista
(Sainte-Beuve, Taine).
La scrittura di Saint-Simon è una sequenza dal ritmo concitato
e ossessivo, con una luminosità intermittente. La sconfitta
personale diventa emblema del sovvertimento di un ordine sentito
intimamente come inviolabile, all'interno di un grandioso e funereo
gioco di bianchi e neri. Per queste caratteristiche stilistiche
l'opera fu carissima a Proust.
© Antenati, 1995-6
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