Raimondo Montecuccoli
Raimondo Montecuccoli è nato nel castello di Montecuccolo,
Modena, il 21 febbraio del 1609. Luogotenente generale dell'esercito
imperiale, Presidente del Consiglio aulico di guerra, Cavaliere
del Toson d'oro. Fu al tempo stesso scrittore, teorico militare,
filosofo, poeta. Uno dei migliori scrittori del XVII secolo;
le sue opere furono pubblicate da Ugo Foscolo. I suoi trattati
sull'arte bellica costituirono per due secoli la bibbia per
i cultori dell'arte militare. Avviato dal cugino conte Ernesto,
generale dell'Impero, alla carriera militare, la percorre
velocemente guadagnandosi con atti di valore i più
alti gradi della gerarchia. Combatte nelle grandi battaglie
della Guerra dei Trent'anni. Ferito e fatto prigioniero nel
1631 e poi nel 1639, sfrutta la seconda prigionia, durata
tre anni, leggendo e studiando tutto quello che trova nella
fornitissima biblioteca del castello di Stettino. Raccoglie
tutto in Quaderni di osservazioni e memorie e compila il Trattato
della guerra, opera fondamentale. Ritorna a Modena per portare
aiuto al duca nella guerra di Castro. Nel 1657/59 è
di nuovo in campo, comandante degli eserciti imperiali, nella
guerra di Polonia, nella quale, in imprese memorabili, batte
gli svedesi. Parato il pericolo al nord, ecco comparire per
l'Impero nel 1663, la minaccia turca all'est. I Turchi, occupata
l'Ungheria (Libro inedito sull'Ungheria), minacciano la Transilvania
e Vienna con un esercito di 120mila uomini; Montecuccoli ne
ha solo 20mila e temporeggia per il 1663 in attesa di rinforzi,
poi attacca e sbaraglia l'esercito turco il 1 agosto 1664
nella memorabile battaglia sul fiume Raab.
Nel 1672 la potenza militare del Re Sole minaccia l'Impero
sul Reno. Montecuccoli, al comando dell'esercito imperiale,
batte una prima volta il generale Turenne facendolo ripiegare
oltre il Reno. I francesi si prendono una facile rivincita
nel 1674 sui generali imperiali succeduti a Raimondo Montecuccoli
che aveva lasciato la direzione della guerra disgustato da
ingiuste critiche. Montecuccoli, in seguito alle istanze dell'imperatore,
riprende il comando e in breve la sorte della guerra volge
a favore degli imperiali che sconfiggono definitivamente i
francesi ad Altenheim il 20 luglio 1675.
Avidissimo del sapere in ogni campo, dedica agli studi i
periodi di tregua fra le guerre e le missioni diplomatiche
compiute in tutta Europa; legge e studia di giorno e di notte.
Durante la prigionia scrive il Trattato della guerra e i Quaderni
di cui è rimasto solo il Delle battaglie ai quali seguono,
dopo la Guerra dei Trent'anni: I viaggi, Lo zibaldone e la
trasformazione del Trattato della guerra in Trattato dell'arte
della guerra. Dopo la battaglia sul fiume Raab scrive la sua
opera maggiore: Della guerra contro il Turco, tre volumi fra
i quali i famosi Aforismi dell'arte bellica. Inoltre scrive
saggi filosofici, composizioni poetiche, fra le quali la canzone
in onore di Gustavo Adolfo, Re di Svezia. Nell'Austria asburgica
la memoria di Montecuccoli rimase assai viva; e quando nel
1807-1820 lo storiografo barone Joseph Hormayr pubblicò
i venti volumi del suo Plutarco austriaco, raccolta di biografie
dei più importanti personaggi del pluri-secolare impero,
dedicò al generale Vita del conte Raimondo Montecuccoli
luogotenente generale degli eserciti imperiali.
Nel 1676 perde la sua amata consorte contessa Margherita di
Dietrichstein che aveva sposato nel 1657 e gli aveva dato
quattro figli. Per la peste va a Praga e poi a Linz dove è
colpito dalla caduta di un legno. Muore a Linz a 71 anni.
E' sepolto a Vienna nella chiesa dei Gesuiti.
(scheda a cura di Gino Covili)
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