Lorenzo
Magalotti
Lorenzo Magalotti
Lorenzo Magalotti nacque a Roma nel 1637 (morì
a Firenze nel 1712) da una nobile famiglia. E' autore di una serie
di opere a carattere divulgativo e scientifico. Sue le "Lettere
scientifiche ed erudite" (apparse postume nel 1721), uno scritto
che si occupa della luce, del morso delle vipere, dell'Ğanima
de' brutiğ, della Ğmaravigliosa stravaganza di un fioreğ, di comete,
dell'intaglio dei diamanti, degli odori ecc. Lettore curioso e
aggiornato (anche grazie ai libri che gli giungevano direttamente
dai paesi scientificamente più avanzati, come l'Inghilterra,
via Livorno), ebbe come insegnate di anatomia Malpighi, Borelli
per la matematica, e Vincenzo Viviani che era stato allievo prediletto
di Galilei (e che gli dedicò il trattato "De maximis et
minimis", 1659). Viaggiò molto in europa, in privato e
come diplomatico del granduca di Toscana. Nel 1659 divenne "gentiluomo
di camera" del principe Leopoldo Medici, nel 1660 segretario dell'Accademia
del Cimento con il compito di stendere le relazioni delle attività
scientifiche di questa accademia, che ebbe un ruolo importante
nella liquidazione dell'aristotelismo e delle sue strutture gerarchiche.
Lasciò inediti gran parte degli scritti, nonostante i molti
pubblicati in vita: tra questi ultimi, i "Saggi di esperienze
naturali" (Saggi di naturali esperienze, 1667) scritti a trent'anni,
in cui descrive gli esperimenti scientifici suoi e dei colleghi
dell'Accademia del Cimento. Una difesa dell'ortodossia cattolica,
e moderate riserve sulle possibilità delle scienze emergono
invece nelle "Lettere familiari contro l'ateismo" (pubbl.1719).
Meno interessante la sua produzione più propriamente letteraria:
versi, racconti, e un commento ai primi cinque canti dell'"Inferno"
alighieriano. Fu uno spirito estroso, sottile, in lui era l'esigenza
della serietà scientifica accanto a uno stile conversevole
e elegante, pre-settecentesco. Note anche le sue "Lettere sulle
terre odorose d'Europa e d'America dette volgarmente buccheri"
(1695): in una prosa sensuale e raffinata inventa la sua "filosofia
degli odori", la metamorfosi del mondo di salotti e porcellane
in un'immensa sinfonia di effluvi, che i sensi esaltati dell'"odorista"
captano e assorbono fin quasi al delirio.
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