Jacques-Bénigne 
              Bossuet 
            
             
             
               
                
                   Jacques-Bénigne Bossuet 
                
                Nato a Digione nel 1627 da una famiglia di magistrati, iniziò 
                la carriera ecclesiastica nel 1652 come arcidiacono di Sarrebourg. 
                Canonico di Metz nel 1654, tornò spesso a Paris per assistere 
                a Sant-Lazare alle conferenze di Vincenzo de' Paoli (che fu poi 
                fatto santo dai cattolici) sulla predicazione. Questi lo incoraggiò 
                a iniziative di carità nella Metz devastata dalla guerra. 
                Nel 1659 lo chiamò a Paris in suo aiuto. Nominato da Luigi 
                XIV precettore del Delfino nel 1670, cercò di vincere l'inerzia 
                e la mediocrità dell'erede ai troni di Francia e di Spagna, 
                rendendolo consapevole dei suoi doveri verso Dio più che 
                del suo diritto divino. Nel 1681 divenne vescovo di Meaux. Morì 
                a Paris nel 1704. 
                 
                Suo capolavoro sono considerate le undici  Orazioni funebri 
                (Oraisons funèbres). Pompa convenzionale dell'elogio funebre, 
                una certa contemplazione lirica della tragicità del destino 
                umano. Esse furono pronunciate nel 1656-1687 in memoria dei grandi 
                personaggi della famiglia reale. Tra le più famose si ricordano 
                quelle per Enrichetta di Francia, per Enrichetta d'Inghilterra, 
                per il prì ncipe di Condé . 
                 
                Maggiore immediatezza nei  Sermoni (Sermons). Su circa 
                700 ne sono giunti 245, pronunciati in parte a Paris davanti 
                alla corte, per la quaresima e l'avvento. 
                 
                Nel 1668-1670 fu attratto dalla filosofia cartesiana, e scrisse 
                il  Trattato della conoscenza di Dio e di se stesso (Traité 
                de la connaissance de Dieu et de soi- mê me). 
                 
                Tra le numerose opere composte per il Delfino, si ricordano: un 
                 Discorso sulla storia universale (Discours sur l'histoire 
                universelle, 1681) in cui auspica l'unione delle chiese, una  
                Storia delle variazioni delle chiese protestanti (Histoire 
                des variations des é glises protestantes) sulla labilità 
                delle dottrine protestanti, una  Relazione sul quietismo 
                (Relation sur le quié ti sme, 1698) vigoroso pamphlet contro 
                il quietismo, e indirettamente contro Fé nelon. 
                 
                La sua prosa è barocchista: frasi ampie e rotonde, lessico 
                limpido e preciso, densa di riferimenti ai modelli classici e 
                biblici, immagini grandiose e drammatiche, frequenti e controllati 
                abbandoni alla passione.  
                Nel clima della restaurazione cattolica e dell'assolutismo monarchico 
                che caratterizzò la Francia del suo tempo, da poco uscita 
                dalle guerre di religione, Bossuet rappresentò l'ortodossia, 
                in lotta contro tutto ciò che può minacciare l'autorità 
                del re e della chiesa (cattolica), a favore di una pace religiosa 
                fondata sulla supremazia della chiesa gallicana. 
               
              
               
              
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