Nicolas
Boileau
Nicolas Boileau
Nicolas Boileau nacque a Paris nel 1636. Seguì dapprima
la carriera di avvocato, secondo le indicazioni e le orme paterne,
ma alla morte del padre l'abbandonò e si dedicò
alla letteratura. Ebbe subito successo. Ascoltato dal pubblico,
divenne amico dei grandi e dei letterati più famosi. Grazie
alla protezione di Luigi XIV ebbe una pensione nel 1669, e nel
1677 fu nominato storiografo di corte. Nel 1684 entrò a
fare parte dell'Acadé mia Franç aise, partecipò
attivamente nella "querelle des anciens et des modernes", schierandosi
dalla parte degli antichi. Morì a Paris nel 1711.
Detto Boileau-Despré aux, è soprattutto da ricordare
come l'autore delle Satire (Satires). Le prime uscirono
nel 1666, ne seguirono altre, in tutto sono 12. Tra le più
note si ricordano la seconda dedicata a Molière, la terza
intitolata "Il banchetto ri dicolo" (Le repas ridicule), la sesta
intitolata "Le mille noie del vivere a Paris" (Les embarras de
Paris), e la nona dedicata "Al suo spirito" (A son esprit). Boileau
è artista schietto e originale, indipendente nei giudizi
anche se sempre nel pieno ri spetto dell'autorità legittima.
Divertimento letterario, pungente quadro realistico, le "Satire"
sono un prezioso documento dei costumi e della storia culturale
del secolo.
Nel 1674-1694 uscirono le dodici Epistole (Epîtres),
anche qui polemista felice nella formula gnomica e nella definizione
espressiva e sonora. Nel 1674 è la prima parte di un poemetto
satirico in sei canti, Il leggìo (Le lutrin). La
seconda parte fu pubblicata nel 1683. Il soggetto, trattato in
chiave realistica e critica, si ispira a un fatto di cronaca:
la disputa petulante e meschina tra il maestro del coro e il tesoriere
della Sainte-Chapelle di Paris per decidere la posizione di un
leggìo nel coro della cappella.
L'importanza di Boileau come critico e storico della letteratura
è avvertibile nell' Arte poetica (Art poé
tique, 1674). Boileau condivide gran parte dei pregiudizi del
tempo, ma vi riassume anche con esemplare chiarezza tutte le ragioni
di fautore e interprete del classicismo, dettandone le regole
e individuandone i pregi.
© Antenati, 1995-6
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