Storia della letteratura europea - Torna in homepage"Emma", di Jane Austen


Emma di Jane Austen


Emma (1816), romanzo di Jane Austen è tra le sue cose migliori. L'incipit del romanzo è nitido, in perfetto equilibrio:
"Emma Woodhouse, prestante, sagace e ricca, con una dimora confortevole e una felice disposizione d'animo, pareva riunire in sé alcuni dei maggiori vantaggi dell'esistenza; ed era vissuta in questo mondo per quasi ventun anni con pochissimi motivi di angustia e di irritazione.
Era la minore delle due figlie di un padre affettuosissimo e indulgente e, in seguito al matrimonio della sorella, aveva assunto assai presto il ruolo di padrona di casa. Da troppo anni perché lei potesse ricordarne poco più che vagamente le carezze le era morta la madre e il suo posto era stato occupato, in qualità di governante, da una donna eccellente, il cui affetto era stato di ben poco inferiore a quello di una madre.
Erano sedici anni che la signorina Taylor faceva parte, più come amica che come governante, della famiglia del signor Woodhouse ed era molto affezionata a entrambe le ragazze, ma ad Emma in modo particolare. Tra loro due c'era quasi un'intimità da sorelle. Ancora prima che la signorina Taylor avesse cessato di esercitare la sua funzione nominale di governante, la mitezza del suo carattere non le aveva quasi mai consentito di imporre delle restrizioni, ed essendo ormai da tempo svanita l'ombra di ogni autorità le due donne vivevano insieme come due amiche molto devote l'una all'altra ed Emma faceva esattamente ciò che le garbava; pur avevndo una grandissima stima delle opinioni della signorina Taylor, seguiva soprattutto le proprie.
I reali problemi della situazione di Emma erano insiti nel poter fare troppo facilmente ciò che voleva e nell'essere portata a pensare un po' troppo bene di se stessa; questi erano gli svantaggi che minacciavano di inquinare i suoi molti piaceri. Il pericolo, tuttavia, era al momento talmente poco percettibile che quegli svantaggi non venivano considerati, da lei, come calamità.
Quando sopravvenne un dispiacere - un blando dispiacere - non si manifestò come consapevolezza di qualcosa di sgradevole: la signorina Taylor si sposò"

In "Orgoglio e pregiudizio" e in "Mansfield Park" Austen era stata attratta da figure di cenerentole: sono tutte storie in cui trionfa l'eroina sottovalutata. "Emma" invece è la storia di una principessa che, prima di trovare la vera felicità, deve essere umiliata. L'incipit del romanzo contiene in maniera lucida e ironica tutti gli elementi della storia. Emma non viene descritta né bella né graziosa, ma "prestante" (in inglese: handsome); è "sagace" (clever), ed è "ricca" (rich): "handsome, clever, and rich". In questi tre aggettivi Emma viene rinchiusa come dentro una gabbia. In tale appagamento, nel momento in cui si ritroverà sola, senza più nemmeno la governante, Emma a 21 anni (l'età in cui si diventa "maggiorenni" e si dispone di se stessi, ovvero si è destinati dalla società in cui si vive a mettere sù una propria famiglia, a sposarsi: per Emma, scegliersi un marito) si ritroverà senza "armi" con cui nuotare nel mondo, se non la propria presunzione. Nella descrizione di Emma, la voce oggettiva del narratore (Austen) e quella soggettiva del personaggio si confondono: "tra loro due c'era quasi un'intimità da sorelle", "vivevano insieme come due amiche molto devote l'una all'altra". La struttura descrittiva diventa esplicitamente ironica al quarto paragrafo: "pur avevndo una grandissima stima delle opinioni della signorina Taylor, seguiva soprattutto le proprie". Con il matrimonio della signorina Taylor inizia la storia vera e propria: senza i consigli assennati della governante, Emma si dedica a una sua giovane protetta, Harriet, che ne incoraggia la vanità e per conto della quale comincia a invischiarsi, con esiti disastrosi, in una serie di intrighi matrimoniali.


L'ironia nel romanzo di Austen è strutturale, non è solo una modalità di espressione o di descrizione. A questa ironia strutturale fa riferimento l'uso che del tempo meteorologico (nel caso di "Emma" la neve) fa Austen per far scattare in avanti la trama. Già nella scena del cenone natalizio del signor Weston appare questo elemento meteorologico: il signor John Knightley, che in un primo tempo non avrebbe mai voluto parteciparvi, entra in salotto e annuncia che "cade una neve fitta che la bufera sta accumulando": ciò getta nel terrore il padre di Emma, il signor Woodhouse, di salute cagionevole. Segue una discussione in cui tutti hanno qualcosa da dire, ma più dicendo di sé e del proprio animo che tenendo conto della situazione, questo finché George Knightley ne fa un resoconto ragionevole e rassicurante. Lui ed Emma, ritenendo che il signor Woodhouse resterà agitato per il resto della serata, decidono di far chiamare le carrozze. Il signor Elton ne approfitta per salire, da solo, nella carrozza di Emma: le dichiara il proprio amore. Emma è imbarazzata perché aveva creduto che fosse Harriet l'oggetto del di lui corteggiamento. Proprio le condizioni meteorologiche forniscono a Emma l'alibi per evitare di incontrarsi sia con la sua "protetta" Harriet che con Elton:
"Il tempo le fu favorevolissimo... Il suolo coperto di neve e l'atmosfera in quello stato incerto tra gelo e disgelo, che tra tutti è il meno propizio a chi si sposa; poiché ogni mattina cominciava con la pioggia o la neve e ogni sera si disponeva a gelare, lei rimase per molti giorni prigioniera con onore".

La vicenda di Emma si complica progressivamente e la protagonista tocca il fondo della disperazione: scopre i casini che la propria condotta ha provocato (nella vicenda con Jane Fairfax), e soprattutto si accorge di amare il signor Knightley proprio nel giorno in cui lei pensa lui voglia sposare Harriet: "il tempo aggiunse tetraggine per quel che potè". Il temporale estivo sembrerebbe mettere tutto in forse, ma si tratta solo di un temporale fuori stagione e l'indomani è di nuovo bel tempo. George Knightley si presenta a fare a Emma la proposta di matrimonio.



© Antenati - 1999


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