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Anne Dacier
La filologa e traduttrice Anne Dacier (era nata a Preuilly-sur-Claise
[Indre-et-Loire] nel 1654, morì a Paris nel 1720),
fu protagonista della rinascita della "querelle"
tra antichisti e modernisti nei primi del Settecento. Editrice
di Florus, Ditti Cretese, Aurelius Victor, Eutropius, e
che aveva dato le versioni di Terentius e di parte del teatro
plautino e aristofanesco, nel 1699 pubblicò una versione
letterale in prosa dell'"Iliade", e nel 1708 una
versione dell'"Odissea", esaltando nella prefazione
Homeros come il più grande poeta del passato del presente
e del futuro. Antoine Houdar de La Motte (Paris 1672\1731),
spirito curioso, eccellente divulgatore, e che nel corso
della sua carriera si cimentò poi in tutti i generi
letterari alla moda, ritradusse in versi il poema omerico
proponendosi di metterne in evidenza difetti e debolezze
(1713), adattandola all'estetica razionalista del tempo:
nella premessa scrisse un discorso contro gli antichi. Una
traduzione che a noi sembra oggi cattiva. Madame Dacier
replicò aspramente con "Le cause della corruzione
del gusto" (Des causes de la corruption du goût, 1714)
apologia di Homeros interpretato come depositario di universale
saggezza etica e teologica, quasi un precursore del cristianesimo.
La Motte si difese con le "Riflessioni sulla critica"
(1715). Una moltitudine di scrittori minori si schierò
con l'una o con l'altra parte, finché si accettò
quanto Fénelon aveva scritto nella "Lettera
alla Académie" (1714), in cui è la conciliazione
tra le due fazioni, con l'accoglienza di parti delle opposte
tesi.
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