Storia della letteratura europea - Torna in homepage Aree extraeuropee nel XVIII secolo


Aree extraeuropee nel XVIII secolo


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Armenia

Mechitar di Sebaste (1676\1749) occupa un posto di rilievo nella rinascita, conservazione e diffusione della letteratura armena, sia attraverso la propria personale opera che con quella dell'ordine mechitarista da lui fondato nel 1701. Mechitar (che era poi un soprannome: il suo vero nome era Pietro Manuk) ebbe una prima sede sotto al protezione dei veneziani in Morea, poi in donazione perpetua l'isolotto di San-Lazzaro (dove morì ). A lui risale il centro di lingua letteratura e scienza armene attivo a San-Lazzaro, da cui provennero, nel secolo successivo, alcuni importanti intellettuali armeni. Mechitar da parte sua ha lasciato varie opere a carattere ecclesiastico e linguistico, tra cui una "Grammatica" e un "Dizionario" della lingua armena, e importanti traduzioni tra cui quella della "Summa theologica" di Tommaso.


Kurdistan

Dal Kurdistan proviene nel XVIII secolo solo una produzione anonima e di carattere popolare tradizionale. A questo secolo si fa risalire uno dei canti d'amore pił famosi del Kurdistan, Le mie ciglia, che presenta alcune caratteristiche divergenti rispetto all'ideologia islamica tipicamente maschilista dominante:

"Mia amata, | mentre sono immerso nel sonno | posa i tuoi piedi sulle mie pal- pebre | e non lamentarti | non dire che le mie ciglia | dure come spine | possono ferire il tuo piede, | pił morbido del petalo di un fiore. | Sono contento | di avere ciglia dure, | per spazzare la terra | al tuo passaggio".


Cina

In Cina, continua la dinastia manchu Ch'ing (1644-1911). Tra le figure di intellettuali che si distaccano dalla mediocrità e dal conformismo vigente, è da ricordare Tai Chen (1724\1777), anticipatore della critica testuale. Capolavoro tra i romanzi è Il sogno della camera rossa (Hung lou meng) di Ts'ao Chan (1715\1763). Di lui (noto anche con il nome di Ts'ao Hsneh-ch'in) sappiamo che proveniva da una ricca famiglia di alti funzionari di Nanchino, poi decaduta. Egli si trasferì a Pechino nel 1728, e visse in estrema povertà . Estraneo all'ufficialità , ma non agli ambienti letterari pił vivaci e anticonformisti. Al suo romanzo dedicò lunghi anni, lasciandolo incompiuto. Esso fu completato da Kao E., che aggiunse altri 40 capitoli agli 80 originari. Purezza di lingua, perfezione formale, ricchezza poetica ne fanno la maggiore opera della narrativa in lingua parlata. Legandosi a quella tradizione per l'impostazione realistica e per la presenza di valori 'popolari', cioè antitetici al mondo ufficiale e alla morale dominante, porta alle estreme conseguenze quella tradizione, escludendo i temi storiografici o novellistici che la caratterizzavano e privilegiando l'atmosfera di sogno, e la componente soggettiva e autobiografica. Letto per generazioni da tutta la gioventł cinese, oggetto di studi eruditi, "Il sogno della camera rossa" divenne modello per gli intellettuali del "movimento del 4 maggio".
Prototipo della letteratura realistico-satirica che avrà fortuna nei secoli successivi è la Storia non ufficiale dei funzionari (Ju-lin wai-shih) di Wu Ching- tzu. Nato a Chnantsiao nel 1701 (morì a Yangchow nel 1754), appartenente a una famiglia di proprietari terrieri un tempo ricchi ma ora in decadenza, fu ripetutamente respinto agli esami imperiali, e visse così sempre in estrema povertà. Per vendicarsi dei colleghi pił fortunati scrisse la sua "Storia non ufficiale dei funzionari", romanzo che è una feroce satira del mandarinato. Un quadro di corruzione generale, di incompetenza, di favoritismo. Scritto in stile piano, soffuso di humour, è stato, nonostante le censure cui è stato sottoposto, tra le opere pił lette in Cina. Sul finire del secolo è l'opera di un narratore-saggista come Shen Fu (1763\1810). Dal ripiegamento nel privato, prodotto della sua vita di oscuro funzionario gover- nativo e dalle scelte successive che lo portarono a soffrire spesso di gravi ristrettezze economiche, trasse spunto per la sua unica opera, I sei racconti di vita irreale (Fu-shèng liu-chi). L'opera ha carattere autobiografico, narra in stile semplice e raffinato, con accenti affettuosi, la vita domestica di Shen Fu con Ynn, la cugina colta e sensibile, sposata per amore contro il volere della famiglia. L'opera è divisa in sei parti, autonome ma in successione: La gioia della camera nuziale, La gioia dei momenti di ozio, Malinconia delle difficoltà della vita, La gioia del viaggiatore, Viaggio alle isole Ryukyo, Metodo per curare la propria vita. Rimasta manoscritta fino al 1877, l'opera, di cui ci sono giunte solo le prime quattro parti, divenne famosa appena pubblicata. La sua originalità sta soprattutto nel gusto intimistico, la capacità di godere sottilmente delle gioie impalpabili e fuggenti provenienti dagli aspetti minori e quotidiani della vita, vissuti nella fedeltà alla tradizione e al costume ma anche nella consapevolezza della fondamentale tragicità di ogni esistenza.


Birmania

In Birmania, la cultura di corte ha un certo impulso. Su influenze indiane e siamesi nasce il dramma di corte. Tra queste opere la pił antica è attribuita a Padethayaza (c.1684\1754).


Giappone

In Giappone è l'opera di alcuni importanti scrittori di haiku. Si ricordano: Buson Yosa (1716\1783), e Issa Kobayashi. Essi continuano la linea lirica iniziata nel XVII secolo da Basho. Kobayashi (1763\1827-8) era nato da una famiglia contadina, restò orfano di madre ancora bambino, ebbe una vita travagliata, trascorsa tra i poveri. E' stato cantore dei sentimenti puri, della quotidianità pił dimessa e della solitudine. Le sue poesie migliori esprimono il dolore per la perdita dei figli, morti tutti in tenera età, caratterizzate da uno stile denso e disadorno. Tra esse si ricordano: Spigolature di viaggio (1795), e L'anno della mia vita (1819). Autori del teatro kabuki sono: Yoshizawa Ayame (1673\1729), Tsuruya Nanboku IV (1755\1829). Tra la fine del XVII secolo e la prima metà del XVIII secolo grande successo riscuote il teatro di marionette, joruri. E' in questo periodo che opera il mag- giore autore di questo tipo di teatro, Chikamatsu Monzaemon. Chikamatsu Monzaemon fu lo pseudonimo usato da Suginomori Nobumori. Nato a Kyoto nel 1653 (morì a Osaka nel 1724), fu al servizio di nobili a Kyoto e, per breve tempo, novizio buddista. Ebbe i primi successi come autore di drammi kabuki. Tra essi: L'erede dei Soga (1683), Kogekiyo il vittorioso (1686). A partire dal 1703 si dedicò allo joruri, il teatro di marionette, che portò alla perfezione, dando particolare importanza all'azione e al dialogo. In questi drammi (un centinaio), caratterizzati da una fitta loquacità ricca di espressioni dialettali, Chikamatsu denunciò tra l'altro le ingiustizie sociali derivanti dalle dif- ferenze di ricchezze e di ceto. Tra i suoi titoli pił noti: Gli amanti suicidi di Sonezaki (1703), Il castigo del cielo di Amijima (1720), Assassinio di una donna nella bottega infernale del mercante d'olio (1721). La sua fama fu grandissima.




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