Storia della letteratura europea - Torna in homepageAugust Strindberg


August Strindberg

1) Notizie biografiche

August Strindberg nacque a Stoccolma nel 1849. Molto peso sulla sua psicologia ebbe la diseguaglianza sociale dei genitori. La madre era una ca meriera, sposatasi tardi con un piccolo borghese. Nel 1867 si iscrisse all'università di Uppsala, frequentando irregolarmente i corsi di filologia e medicina. In seguito trovò occupazione come maestro elementare, precettore, telegrafista in un'isola remota del nord.
L'abbandono del pietismo lo porta al naturalismo. A quest'epoca risale l'incontro con Siri von Essen, seguito dal matrimonio che però si romperà in un breve giro d'anni. La crisi determinerà in Strindberg una profonda inquietudine e il desiderio di viag giare senza posa per l'europa (1880-1890). Uno scambio epistolare con Nietzsche gli fece rompere i legami con il positivismo e lo fece aderire al 'superomismo'. Un nuovo tempestoso matrimonio, con Friede Uhl nel 1893, concluso due anni dopo con il divorzio, aprì un nuovo periodo di crisi (1896-1897) che portò Strindberg a una condizione di lucida, visionaria fol lia. Si dedicò all'alchimia e all'occultismo. Precipitò in una spirale di ossessioni.
Ne uscì, trovando una forma di equilibrio, anche per lo studio delle filosofia di Swedenborg e con l'avvicinamento a una forma di religiosità cristiana. Nel 1901 si sposa per la terza volta, con Harriet Bosse: anche questa volta il rapporto finisce misera mente. Nel 1907 fonda con A. Falk il Teatro Intimo. Muore a Stoccolma nel 1912. I funerali furono imponenti.

2) Opere

a) Il naturalismo tragico

Le varie fasi della produzione strindberghiana sono intimamen te connesse alle vicende biografiche, tumultuose e complesse. Il lavoro di telegrafista gli consentì il raccoglimento neces sario per la prima stesura del Maestro Olof (1872), dramma 'ro mantico' sul riformatore religioso Olaus Petri .
L'abbandono del pietismo e l'adesione al naturalismo porta al romanzo La camera rossa (1879) che descrive realisticamente i circoli intellettuali della Stoccolma del tempo, con i loro vizi e debolezze. protagonista del romanzo è Arvid Falk, giovane idea lista che lascia l'impiego per dedicarsi alla letteratura militante e cercare così di incidere positivamente nel tessuto socia le di una realtà profondamente ingiusta. Dopo un anno, deluso, torna al suo ufficio, interessandosi ora di numismatica e conser vando dentro di sé l'esigenza e la speranza di una superiore giu stizia. All'interno di queste «scene della vita di artisti e let terati» presentate con ironia, si muove tutto un mondo borghese fatto di usurai e banchieri, editori presuntuosi e preti rapaci, ragazze corrotte e letterati bohémiens, uffici pubblici indolenti e governi ipocritamente ammantati di ideali patriottici.
La misoginia, già espressa nei volumi di racconti Sogni (1884) e Sogni II (1886), si sfoga nella Apologia di un pazzo (1887- 1888) in cui la donna, prima idealizzata, è vampiro che annienta spiritualmente l'uomo. Nel 1886 esce anche la sua autobiografia, che intenzionalmente Strindberg intitola Il figlio della serva , segno di un disagio non superato. Idee e sentimenti misogenisti appaiono anche nelle opere tea trali che gli diedero fama europea: Il padre (1887), Camerati (1888), La signorina Giulia (1888), Creditori (1889).
Protagonista dei tre atti de "Il padre" è il Capitano. Sua moglie Laura getta nell'animo del marito il seme del dubbio che non sia lui il vero padre della figlia Berta, e con metodica perfidia lo spinge alla follia. Alla fine agonizza sulle ginocchia della nutrice, stretto nella camicia di forza che, d'accordo con la moglie, lei gli ha infilato. Nessuna divisione in atti per "La signorina Giulia". Nella notte di san Giovanni, Giulia, assente il marito, si dà al servo Jean. Jean cerca di approfittare della situazione suggerendole di rubare nella cassaforte del padre per fuggire assieme. Giulia non sa opporsi. Jean uccide un lucherino che lei vorrebbe portare con sé. A questo punto reagisce duramente. Al ritorno del marito, il dramma: Giulia si uccide con un rasoio che lo stesso Jean le ha procurato.
Alla stessa epoca appartiene il romanzo Gli abitanti di Hemsö (1888), tra le sue cose narrative migliori, testimonianza di un naturalismo tragico, che va oltre l'obiettivismo zolaiano.

b) Il superomismo

Nietzsche e l'adesione al 'superomismo' favorirono l'evoluzione della sua poetica oltre il positivismo. Frutto della nuova in fluenza sono i drammi Paria (1889) e Samun (1889), e il romanzo Sul mare aperto (1890). La crisi successiva (1896-1897), tra ossessioni e occultismi vari, è espressa in Inferno (1897) e Leggende (1897-1898).

c) L'espressionismo

Lo studio della filosofia di Swedenborg restituì a Strindberg un certo equilibrio interiore, che rese possibile il suo ritorno all'attività drammaturgica. Scrisse i capolavori Verso damasco (1898-1901), Danza di morte (1901), Il sogno (1902). Oltre ai drammi Avvento (1898), Delitto e delitto (1899) e Pasqua (1901).
In queste opere è il desiderio di trovare nel cristianesimo un rifugio sicuro. Una specie di cattolicesimo, ma segnato esclusi vamente dall'angoscioso bisogno di dio, lontano dalle regole del la chiesa cattolica. Nello stesso tempo, Strindberg rinnova in senso espressionistico e simbolistico le strutture teatrali: in particolare ne "Il sogno", abolisce il tempo e lo spazio reali, per sostituirli con quelli onirici. E tornano i motivi autobiografici, come le sue brutte espe rienze matrimoniali: così in "Verso damasco" è l'ammonimento che non esiste inferno pił terribile del matrimonio, mentre al centro de "Il sogno" è la rappresentazione di un matrimonio infelice oltre che di una profonda crisi interiore. Il suo terzo disastroso matrimonio è del resto rievocato nel Diario occulto (1896-1908).
Nemico di ogni ordinamento e valore tradizionale, scatenò la sua polemica e invettiva nei romanzi Stanze gotiche (1904) e Ban diere nere (1904). E negli articoli poi raccolti in Discorso alla nazione svedese (1910), Lo stato popolare (1910), Rinascita religiosa (1910). Sono scritti in cui riprende in forma pił matura il socialismo della giovinezza, non salvando nulla dei valori cari alla borghesia.
Nel 1907 fonda con il regista A. Falk il Teatro Intimo, per il quale scrisse: La sonata degli spettri , Il pellicano , Maltempo , La casa bruciata , L'isola dei morti . Sono drammi che inaugurano un nuovo stile di recitazione, ripropongono il tema del viaggio come avvio verso la morte.
L'ultimo dramma è La grande strada maestra (1909). dal teismo di tendenza cattolica, Strindberg torna alla religione protestan te e a un socialismo rurale che indica nei contadini i creatori della ricchezza.

3) Valutazioni generali

La prima fase della produzione strindberghiana è caratterizza ta da una forte tensione soggettivista, all'interno di un reali smo che proprio per questo è difficilmente etichettabile come 'naturalistico'. Un naturalismo tragico e soggettivo. Scriveva nel 1907 a un amico: «la mia vita intera mi pare spesso che sia stata messa in scena per me, perché io insieme la patisca e ne dia relazione». Nella seconda fase della sua produzione si affermano istanze simbolistiche e mistiche, espressionistiche. Ma è un simbolismo non estetizzante, che trova nel realismo ancora una volta la sua matrice: «voglio scrivere bello e luminoso, ma non m'è lecito, non ce la faccio. M'impegno come in un dovere orribile a dire la verità: la vita è indicibilmente brutta». Il dovere della verità è stato una delle costanti della vita intellettuale di Strin dberg. La verità che riguarda sé stessi, il proprio io oltre che l'ambiente che ci circonda.
A partire da "Inferno" entrano pił scopertamente nelle sue opere, specialmente teatrali, l'incubo, l'allucinazione, il so gno. Elementi che faranno di lui, nella prima metà del XX secolo soprattutto, il 'precursore' di buona parte dei movimenti d'avanguardia europei successivi. Strindeberg risulta ancora oggi attuale, non solo per la tema tica, ma anche per la tecnica. E' stato una delle fonti della mo derna drammaturgia epica. Nel suo teatro non esistono pił, o quasi, quel rapporto interpersonale tra i personaggi e l'evolversi diacronico di una vicenda oggettiva propri del teatro classico. Vi è solo un soggetto protagonista di una vicenda interiore che, da sola, assicura l'unità all'azione al tempo e al luogo, e di cui lo spettatore conosce frammentariamente alcune tappe ("stationem-drama"). Dal concentrarsi dell'interesse non pił sull'azione ma sull'indicazione dell'azione, parte la strada che, attraverso gli espressionisti, porterà alla tecnica brechtiana.

Bibliografia delle opere

Letture

L'Olandese, a cura di Iperborea.com

Contesto

Svezia (1850-1890)


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