Jzchaq
Leib Perez
Jzchaq Leib Perez
Nato a Zamosc [Lublino] nel 1851 (morto a Varsavia
nel 1915) Jzchaq Leib Perez (o Itzchok Leibush Peretz) eccelse
nel teatro e nei racconti. Dopo alcune prove in polacco, scrisse
in ebraico e soprattutto in jiddish poesie, saggi, articoli, note
di viaggio. Nel periodico «Yontev bletlekh» pubblicò un
insieme di racconti improntati sullo spirito della haskalà
(l'illuminismo ebraico) e poesie di ispirazione romanticista.
Con la pubblicazione delle Storie chassidiche (1908) e delle Storie
popolari (1909), e di parecchi drammi tra cui il grande dramma
in versi Notte al vecchio mercato (1907) che ebbe grande fortuna
sulle scene, Perez si affermò come uno dei massimi maestri
della produzione jiddish. Le sue cose migliori sono le novelle,
ispirate ai racconti popolari europei, alla Kabbalah e ai racconti
chassidici; le sue novelle sono popolate di ebrei semplici, moderna
incarnazione dei "36 giusti" della tradizione mistica ebraica.
Negli ultimi dieci anni di vita Perez si dedicò a due commedie
che sono la sintesi del suo travaglio creativo e hanno avuto una
rilevante ripercussione nella storia della drammaturgia moderna:
in La catena d'oro(Di goldene keyt, 1911- 1912) compose un dramma
incentrato sulla continuità dell'ebraismo attraverso le
generazioni e sulla forza interiore insita nella tradizione ebraica.
La notte al mercato vecchio (Bay makht oyfn altn mark) è
un dramma simbolico: l'ebreo moderno, davanti al vicolo cieco
delle ideologie, non trova via d'uscita che la perpetuazione dello
stile di vita tradizionale. Egli sviluppò una visione tragica
fondata sull'esame lucido e pessimista delle sfide che gli ebrei
hanno dovuto affrontare nel corso del secolo. La sua arte narrativa
ricrea e innalza a dignità letteraria nuove figure, come
i chassidim, la gente comune, i poveri, un mondo spesso incompreso
dai seguaci dell'illuminismo e del socialismo ebraici.
© Antenati - 1994-1997
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