Alfredo Oriani
Alfredo Oriani nacque a Faenza nel 1852 (morì
a Casola Valsenio [Ravenna] nel 1909) da una famiglia di aristocratici
di campagna. Si laureò in giurisprudenza. Fece una
vita abbastanza ritirata. Fu uomo tumultuoso e irruento.
La sua prima opera fu Memorie inutili
(1875), una autobiografia, in cui si delinea quale personaggio
byroniano. Seguirono Al di là (1877) storia
di una relazione amorosa tra due donne. Gramigna (1879)
volume di racconti, No (1881) romanzo a tesi, Quartetto
(1883) che raccoglie 4 novelle. Sono opere che diedero a Oriani
fama di scrittore osceno.
Cominciò a scrivere pamphlet e saggi
storico-politici. In Matrimonio (1886) prese posizione
contro "La questione del divorzio" (1880) di Alexandre
Dumas jr e contro il disegno di legge sul divorzio presentato
da G. Zanardelli. Ricapitolò le vicende passate e vicine
della nazione italica nei saggi Fino a Dogali (1889)
e La lotta politica in Italia (1892). Quest'ultimo
saggio era una interpretazione hegeliana della storia dell'Italia
come fatale convergenza verso l'unificazione dello Stato.
Oriani riprese a scrivere per la fiction con
Il nemico (1894), ambientato nella Russia zarista e
nichilista. Seguirono i tre romanzi forse migliori e in cui
Oriani riesce a investire tutta la sua energia: Gelosia
(1894) è la storia di un marito ingannato che trionfa
sull'amante, ma ricorrendo alle armi del denaro e del più
meschino buonsenso. Oriani riesce qui a dare una lucida rappresentazione
dell'ambiente provinciale e borghese. La disfatta (1896)
è imperniato su una sottile e simbolica vicenda familiare:
il caso di decadenza infelice che si ha con il matrimonio
tra un vecchio professore e una giovane ammalata e nevrotica:
dai due nasce un bambino destinato a sococombere all'encefalite.
Oriani mette a nudo l'impotenza della virtù di fronte
alla spietatezza delle leggi della natura ("tutte le
nostre razze sono così, i buoi, i cani, le pecore,
i polli [...]. E' questione di incrociamento, bisogna escluderne
gli individui affetti da vizi ereditari: ciò vale anche
per la razza umana"). Scritto tra il 15 gennaio e il
3 luglio 1894, fu pubblicato da Treves nel 1896. Vortice
(1899) è il racconto delle ultime ore di un suicida.
Una delirante autoanalisi che rompe con la tradizione veristica.
In Olocausto (1902) storia di una ragazza
indotta per miseria alla prostituzione, è un ritorno
ai moduli romantico-naturalistici. Dello stesso anno i racconti
di Bicicletta (1902), in cui Oriani mostra una scrittura
più agile e distesa.
Nel 1908 pubblicò La rivolta ideale.
Si tratta di una imponente opera storico-politica-filosofica.
oriani, influenzato più da Nietzsche che da Hegel,
profetizza l'avvento di un uomo che riporti i destini dell'Italia
all'altezza cui li elegge la necessità storica.
Oriani dopo la morte fu interpretato come nazionalista,
precursore del fascismo. Nel 1923-1933 uscì l'Opera
omnia, a cura di Benito Mussolini. Nel 1958 fu pubblicata
una edizione di Lettere (1958) a cura di Piero Zama.
Bibliografia: Alfredo Oriani
Memorie inutili (1875)
Al di là (1877)
Gramigna (1879)
No (1881)
Quartetto (1883)
Matrimonio (1886)
Fino a Dogali (1889)
La lotta politica in Italia (1892)
Il nemico (1894)
Gelosia (1894)
La disfatta (1896)
Vortice (1899)
Olocausto (1902)
Bicicletta (1902)
La rivolta ideale (1902)
Opera omnia (1923-1933)
Le lettere (1958)
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