Carlo 
              Dossi 
            
             
             
               Carlo Dossi 
               
               Carlo Dossi si chiamava Carlo-Alberto Pisani-Dossi. Nacque 
                a Zenevredo [Pavia] nel 1849 (morì a Cardina [Como] nel 
                1910). Giovanissimo, fu a contatto con la scapigliatura milanese 
                e fondò ĞLa Palestra letteraria, artistica e scientificağ 
                (1867). Nel 1870 si trasferì a Roma e, protetto da Crispi, 
                percorse una rapida carriera diplomatica che lo portò a 
                Bogotà, Atene, Eritrea. Dossi fu uno scrittore stravagante, 
                esaurì la sua vena narrativa in un arco di tempo relativamente 
                breve, tra il 1868 e il 1887, con una serie di libri che sfuggono 
                alla classificazione dei tradizionali generi letterari. Fu autore 
                autobiografico e romanzesco ne L'altrieri-nero su bianco (1868) 
                e nella Vita di Alberto Pisani (1870); allegorico- didascalico 
                nel romanzo-favola La colonia felice (1878); bozzettista umoroso 
                in Gocce d'inchiostro (1880); ritrattista satirico nei Ritratti 
                umani, dal calamajo di un medico (1874) e nei Ritratti umani- 
                Campionario (1885); osservatore antipurista e iconoclasta dei 
                casi letterari e linguistici nella Desinenza in A (1878 e 1884) 
                e soprattutto nel ricchissimo zibal done intitolato Note azzurre 
                , uscito postumo (parzialmente nel 1912 e integralmente nel 1964). 
                A queste opere sono da aggiungere: un lavoro teatrale in dialetto 
                milanese intitolato Una fami glia di cialapponi (Ona famiglia 
                de cialapponi, 1873) in collabo razione con Gigi Pirelli ; la 
                raccolta "Fricassea critica di arte, storia e letteratura" (1906), 
                e il saggio critico incompiuto "Ro vaniana" (postumo, pubbl.1944). 
                Nota comune dell'intera produzio ne di Dossi, sia di quella creativa 
                che di quella critica, è il gusto del capriccio, del grottesco 
                deformante e dissacrante, del 'pastiche' stilistico. Nei libri 
                di narrativa sconvolge la struttura principale del racconto innestando 
                di continuo divagazioni, variazioni, episodi secondari: alla maniera 
                di Sterne e di Jean Paul, suoi autori prediletti. Nelle note critiche 
                stravolge la logica dei giudizi con immagini bizzarre, cariche 
                di sarcasmo o di sottile umorismo. Suprema è l'abilità 
                del gioco sintattico e lessicale, con bruschi scarti dall'aulico 
                al popolaresco, con il rimescolamento di vocaboli latini e lombardi, 
                tecnici e gergali. 
               
              
               
              © Antenati - 1994-1997
              
             
            
             [Up] Inizio pagina | [Send] 
  Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa 
  questa pagina | [Email] Mandaci 
  una email | [Indietro] 
Europa: Antenati - la storia della letteratura europea online 
  -   
  © Antenati 1984-2006, an open content
   project
 
           | 
         
       
     |