Gustavo Chiesi
                  Gustavo Chiesi nacque a Campogalliano [Modena] nel 1855 
                    (morì ad Adis Abeba nel 1909). Fu soprattutto un giornalista 
                    e un attivista politico. Simpatizzante del partito repubblicano, 
                    come giornalista fece lunghi viaggi: da quello fatto in Eritrea 
                    inviò una serie di servizi per il giornale milanese 
                    «Secolo» edito allora da Edoardo Sonzogno. Nel 
                    1892 pubblicò presso la casa editrice Sonzogno, "La 
                    Sicilia illustrata", dispense settimanali di otto facciate 
                    ciascuna, panoramica descrittiva dell'isola con intenti divulgativi, 
                    frutto di un viaggio fatto nel 1890, su invito di Napoleone 
                    Colajanni: imbarcatosi su una nave, fece il periplo dell'isola 
                    e si inoltrò all'interno. 
                  Chiesi fu poi direttore de «L'Epoca» di Genova, 
                    e de «L'Italia del Popolo» di Milano. Scoppiati 
                    i tumulti milanesi del maggio 1898, solidarizzò con 
                    il popolo in rivolta: arrestato, fu imprigionato a Finalborgo 
                    assieme ad altri oppositori laici e socialisti lombardi. Dopo 
                    l'amnistia, nel 1900 rappresenta alla Camera dei Deputati 
                    i repubblicani del collegio di Forlì. Nel 1904 esce 
                    dal gruppo repubblicano, e da posizioni anti-colonialiste 
                    passa a posizioni nettamente colonialiste. Nel 1908 pubblicò 
                    a Torino un volume sulla colonizzazione europea in Africa 
                    Orientale. Nel 1909, appena arrivato in Etiopia dove contava 
                    di esplorare le zone del sud, al confine con la Somalia, fu 
                    colpito da febbri e in pochi giorni morì, ad Adis Abeba. 
                  
                  "La Sicilia illustrata" di Chesi, ristampata nel 
                    1980 dall'editore catanese Vito Cavallotto, appartiene al 
                    filone dell'editoria per il popolo: opere divulgative destinate 
                    a soddisfare il gusto per le curiosità dei ceti privi 
                    di cultura specialistica, all'interno di una società 
                    come quella italiana dell'epoca in cui il livello di analfabetismo 
                    era altissimo. 
                   
                  
                  
                    
                   
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